Animalisti e cassintegrati manifestano a Palazzo Gilardoni

I lavoratori della Mizar ottengono una parziale autocritica del sindaco Farioli per il silenzio dell'amministrazione; la LAV richiama il rispetto della risoluzione datata 2003 contro gli esperimenti su animali all'UnInsubria

Due vicende del tutto scollegate fra loro hanno fatto capolino ieri sera in consiglio comunale. Si tratta della presenza in aula, bandiere alla mano, di rappresentanti della LAV (lega antivivisezione), affiancati da esponenti di Excalibur e dei Verdi, e della civile protesta dei cassintegrati della Mizar, storica ditta tessile che chiuse i battenti poco più di un anno fa. I lavoratori hanno distribuito volantini in cui lamentano come da un anno percepiscano non più di settecento euro mensili, e la prevista ricollocazione di 30 lavoratori non abbiua avuto luogo, così come la promessa "corsia preferenziale" per l’assunzione di personale ex-Mizar.

Dopo il minuto di silenzio in ricordo di Luigia Rimoldi, ex consigliera
comunale, preside di scuola media e volontaria nelle carceri, e
di Franco De Aloe, figura dell’MSI e di An attiva nella Protezione civile, recentemente scomparsi, il sindaco Gigi Farioli ha preso la parola e chiesto scusa pubblicamente ai lavoratori per il lungo silenzio dell’amministrazione comunale sulla vicenda Mizar. Il sindaco, pur affermando che quanto scritto nel vontantino distruibuito non corrispondeva a verità, ha ribadito l’intenzione di incontrare i cassintegrati con i capigruppo e l’assessore competente, ma anche la volontà di non consentire cambi di destinazione d’uso dell’area Mizar che aprano la strada a «inutili speculazioni». «In passato avevo chiesto che in quell’area restassero attività produttive tali da dare lavoro; confermo qui che l’amministrazione si impegnerà per un uso produttivo e lavorativo dell’area». Rassicurazioni che non rabboniranno più di tanto i cassintegrati, in attesa di interventi concreti.

Quanto alla LAV; gli animalisti e i loro "compagni di viaggio" ribadivano la richiesta, sostenuta con forza da Antonello Corrado di Rifondazione Comunista, di dare seguito alla risoluzione del 4 ottobre 2003 con la quale il consiglio comunale si impegnava , una volta consegnata Villa Manara all’Università dell’Insubria, ad inserire nella nuova convenzione con l’ateneo il divieto di eseguire esperimenti su animali. Su questo tema gli animalisti avevano peraltro esposto il loro pensiero in una recente conferenza stampa.

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Pubblicato il 07 Marzo 2007
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