Agrolinz Melamin, lavoratori in presidio
Bloccato per un paio d'ore il Sempione all'altezza della fabbrica. Attesa la visita della senatrice Pellegatta e nel pomeriggio un incontro con il dottor Tappeiner della direzione aziendale
I lavoratori della Agrolinz Melamin International (AMI) di Castellanza sono scesi in sciopero nella giornata di oggi, lunedì 19 marzo, per protesta contro al decisione dell’azienda di sospendere la produzione di melamina, chiedendo la cassa integrazione giuadagni straordinaria (Cigs) per 81 dipendenti sui 144 attualmente impiegati presso lo stabilimento. Il presidio dei lavoratori ha causato la chiusura di un tratto della statale del Sempione dalle 9,30 alle 11,00 circa, gestita dalla Polizia locale: non sembrano esservi stati particolari disagi per la circolazione. La protesta era mirata a far conoscere ai castellanzesi la grave situazione occupazionale che si sta creando – e se si tiene conto che lo stesso sindaco Fabrizio Farisoglio era fino a tempi assai recenti un alto dirigente dell’azienda, quotidianamente in contatto con il personale e impegnato ad affrontare le tematiche tecniche ed ambientali poste dall’attività degli impianti, si ha un’idea di quanta rilevanza la vicenda abbia per la città.
Sul posto anche vari esponenti sindacali: Luigi Cannarozzo di Femca-Cisl, Giovanni Ferrario e Rasente per Cgil:Filcem, Cova e Radrizzani di Cub-Alca – Rasente e Radrizzani sono impiegati presso la Agrolinz, il primo fa parte della Rsu aziendale. Un incontro con la Commissione attività produttive della Regione Lombardia è stato fissato per giovedì 22 marzo alle 15,30, riferiscono: per mezzogiorno di oggi è attesa la visita della senatrice Maria Agostina Pellegatta, mentre alle ore 16 è previsto un faccia a faccia con il dottor Günther Tappeiner, in arrivo da Linz (Austria) in rappresentanza della direzione aziendale. Con lui si dovranno definire prima di tutto le modalità per la cassa integrazione – l’obiettivo a breve termine dei sindacalisti. Ma restano molte domande espresse dai rappresentanti sindacali: quale futuro per l’area produttiva quando, come sospetta qualche sindacalista, qualcuno potrebbe già essere interessato a rilevare il mezzo chilometro quadrato di spazi ora occupati dagli stabilimenti.? E quale futuro per l’indotto, visto che una delle aziende legate ad Agrolinz ha già messo in mobilità una dozzina di dipendenti? «Qui si rischia l’"effetto domino" a danno di tutte le ditte collegate» denuncia Giovanni Ferrario, «lasciare a casa questi lavoratori altamente professionalizzati è buttare a mare un patrimonio».
«La melamina che si produce qui è la migliore d’Europa, è forse del mondo: eppure AMI chiude» lamentano i sindacalisti: L’azienda sembrerebbe intenzionata a trasferire la produzione della melamina ad Abu Dhabi, dove ha sede la IPIC (International Petroleum Investment Company), impresa statale degli Emirati Arabi Uniti che detiene il 50% del capitale aziendale – la restante metà è della conglomerata austriaca OMV (come riferisce puntuale la Wikipedia in lingua tedesca). Chiudendo la produzione di melamina, inoltre, si crea un problema tecnico che può preludere ad una chiusura totale: «La centrale che controlla il filtraggio e la depurazione dei gas prodotti durante le lavorazioni dipende dalla linea di produzione della melamina: se queta si interrompe, siriduce la capacità di depurazione. Tolta quella, poichè esistono vincoli precisi sulle emissioni di formaldeide (tossica), si riduce l’operatività dello stabilimento anche per la parte non addetta alla produzione di melamina». Da qui la forte preoccupazione anche per il futuro di quanto resterà in funzione.
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