Un “viaggio” di 100 metri per i rom di Legnano, poi nuova espulsione

Dopo lo sgombero di via Novara i nomadi ci sono rimandati da Busto, dove cercavano di sistemarsi. In serata, tutti via verso un incerto destino

Una scena desolante. È quella che ci si trova davanti al confine tra Busto Arsizio e Legnano, lungo la provinciale che collega la città
del Carroccio con Magnago e il Castanese: là dove via Novara passa il confine con Busto e diventa viale Toscana. Qui, cinquanta metri a sud della strada, si erano insediati dozzine di rom scacciati da Legnano; da qui se ne sono dovuti andare in mattinata per spostarsi… di un centinaio di metri, sull’altro lato della strada, in piena vista di tutti i passanti, fra un boschetto di robinie e un campo coltivato. Una tendopoli improvvisata di povere cose. A neanche venti metri, sempre sul lato nord, s’imbocca una stradina presidata da un gruppo di prostitute di colore in attesa di clientela; i rom fanno un viavai continuo dal campo che hanno dovuto abbandonare alla loro nuova destinazione temporanea, attraversando la pericolosissima provinciale, battuta da un traffico intenso e veloce in tutto degno del Sempione.
I due portavoce della piccola comunità sono i fratelli Zamfir e Anka Fanel. «Siamo disperati, non abbiamo qui niente» ci dicono mentre fanno avanti e indietro trasportando teli, tappeti, qualche seggiola, masserizie varie. «Un uomo buono, un consigliere comunale (Corrado, ndr), ci ha aiutati, ci ha portati a parlare con l’assessore (Chierichetti, ndr); ma al Comune di Busto bastava che ci spostassimo di venti metri, fuori dal loro confine, e per loro era risolta… come se qui anzichè Busto e Legnano fossero, che so, l’Italia e la Germania». Una situazione grottesca che fa pensare a certi individui apolidi rimasti bloccati in aeroporto, "tra color che son sospesi".
A Legnano i rom sono stati cacciati, e nessuno vuole riprenderseli; l’amministrazione offre ospitalità solo per un certo numero di donne e bambini, ma le donne si rifiutano categoricamente di lasciare i loro uomini. A quanto sembra, solo una minorenne con un neonato di poche settimane ha accettato l’offerta. A Busto non ci sono neppure aree attrezzate per la sosta dei nomadi. Allo sgombero dei rom dal boschetto a sud della provinciale assistono discretamente alcuni agenti della Polizia locale bustese, in testa il comandante Alessandro Casale; sull’altro lato della provinciale si accalca un’umanità rassegnata. «Guardate» ci dicono i due fratelli, «abbiamo qui varie donne con bambini, e sei o sette sono incinte. Venerdì pomeriggio la Croce Rossa legnanese ci ha portato dell’acqua, poi arrivederci e grazie». «Abbiamo sete, e nulla da bere» tuona un donnone dallo sguardo accusatore, irrompendo teatralmente in scena. «Voi che fate? Venite qui, fate le vostre foto, scrivete, domani venderete i vostri giornali, intanto noi soffriamo… siamo uomini, non animali». Effettivamente non c’è acqua sul posto, nè si vedono provviste o bottiglie: i rom sono allo sbando. Fra lo sguardo dei cronisti e quello dei nomadi ci sono pochi metri, ma in qui pochi metri c’è l’abisso fra mondi diversi ed opposti che si sono scelti diverse schiavitù: una struttura sociale rigida e organizzata da una parte, la ben misera "libertà" del clan dall’altra. Le parole hanno il loro effetto, e in mezz’ora arrivano parecchie bottiglie d’acqua, qualche casco di banane, latte e biscotti per i più piccoli: poche cose, per tirare avanti fino a stasera, poi si vedrà.

Galleria fotografica

Nomadi “sospesi” al confine tra Busto e Legnano 4 di 12

Nel pomeriggio la situazione si complica ulteriormente: da Legnano arrivano Polizia locale e di Stato e Carabinieri per un rinnovato sgombero, mentre gli automobilisti di passaggio rallentano per curiosare. Una situazione al limite dell’incredibile, con i nomadi come gatti intrappolati sulla cancellata tra due giardini vigilati da mute di cani. Sul posto c’è fra gli altri l’ex consigliere comunale legnanese di Rifondazione Comunista Giuseppe Marazzini. «Gli hanno dato fino a stasera alle otto per sbaraccare anche da qui» riferisce per poi sfogarsi. «È una vergogna questa caccia indiscriminata ai rom, una comunità che già ha i suoi problemi, divisa com’è fra chi si vuole integrare con tutte le difficoltà e chi vive ai margini. Davvero non pensavo di vivere queste ore in un clima di intolleranza così viscerale verso questa gente, si è perso il senso della misura. I rom furono perseguitati dai nazisti come gli ebrei: hanno comunque diritto ad essere aiutati, fermo restando il rispetto delle nostre leggi. Alle scuole Toscanini del quartiere San Paolo siamo riusciti ad inserire alcuni bambini rom nelle classi, ce ne sono altri che hanno già fatto la preiscrizione, cosa sarà di loro?»

In serata l’epilogo (per ora): i nomadi lasciano il campo di fortuna (di sventura, viene da dire), scortati, per la stazione ferroviaria. La palla passa al prossimo Comune in cui andranno a sistemarsi.

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

Noi della redazione di VareseNews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.

Pubblicato il 20 Giugno 2007
Leggi i commenti

Galleria fotografica

Nomadi “sospesi” al confine tra Busto e Legnano 4 di 12

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.