«Lavoro nero nel settore pulizie» denuncia il sindacato, indaga l’Inps

Nel mirino del sindacato Al Cobas la srl che ha vinto l'appalto comunale: l'Inps indaga per presunte irregolarità su paghe e contributi. Palazzo Gilardoni: «Verificheremo i rapporti con l'azienda»

Irregolarità nel versamento di stipendi e contributi pensionistici ai dipendenti: questa l’accusa lanciata in un comunicato del sindacato Al Cobas a firma del coordinatore provinciale Antonio Ferrari, che punta il dito contro l’azienda vincitrice degli appalti comunali per le pulizie. Venuto a conoscenza il mese scorso delle presunte irregolarità, quali l’impiego a tempo pieno di personale registrato quale part-time e straordinari non retribuiti, con «pesanti perdite salariali e contributive» per i lavoratori coinvolti, il sindacalista ha "girato" la segnalazione all’ufficio di vigilanza Inps, che sta provvedendo a compiere accertamenti sulla vicenda, «riscontrando anche fatti oltre la nostra denuncia» sottolinea il comunicato.

L’appalto, ricordano dal sindacato, risale al mese di ottobre 2006 e riguarda la pulizia del tribunale, dei servizi sociali, dei vigili urbani, della Biblioteca civica, del Municipio, di Informagiovani, di Villa Tovaglieri, di Palazzo Cicogna, del Museo del Tessile, dell’anagrafe e di Villa Tosi: ad aggiudicarselo è stata una srl napoletana.

«Riteniamo particolarmente grave questa situazione» scrive Ferrari: «la corsa all’appalto al ribasso, senza nessun controllo, porta inevitabilmente ad un servizio scadente per i cittadini e alla decurtazione salariale per i lavoratori. Ancora più grave è quando il committente è un ente pubblico come il comune di Busto Arsizio. In attesa che gli accertamenti dell’Inps siano completati, con la regolarizzazione di quanto spetta ai lavoratori, chiameremo poi i responsabili comunali a spiegare a tutti come mai questo avviene senza nessun controllo pubblico».

Contattato telefonicamente, Ferrari conferma e rincara la dose. «La situazione è purtroppo piuttosto diffusa: lavoratori sottopagati, in condizioni di irregolarità parziale o totale, e quel che è peggio, spesso alle dipendenze di chi lavora per amministrazioni pubbliche, che dovrebbero mantenere solo rapporti di lavoro del tutto cristallini. Non è così, e non è facile neppure difendere chi lavora, che spesso è messo a tacere con il ricatto occupazionale e l’intimidazione. Gli ispettori dell’Inps hanno ascoltato tutti i dipendenti coinvolti, una trentina, e chiesto documentazione anche al Comune: per ora attendiamo l’esito del loro lavoro. Intanto l’azienda ha convocato per domani i dipendenti, e non abbiamo idea di cosa voglia comunicare loro. Prima di giungere ad una vertenza di fronte al giudice, dovremo confrontarci con l’azienda presso l’ufficio provinciale del lavoro, in sede di conciliazione, per queste cifre mancanti dagli stipendi e dai contributi dei dipendenti».

La competenza su questa vicenda riguarda l’assessorato al Bilancio, cui fa riferiento l’ufficio economato del Comune di Busto Arsizio. L’assessore alla partita Alberto Cattaneo mette le mani avanti, prudentemente, in attesa di avere un quadro preciso dei fatti denunciati. «Oggi stesso ho chiesto all’ufficio economato di stendere una relazione puntuale dei rapporti intercorsi tra l’amministrazione e la società che gestisce il servizio di pulizia. A noi di lamentele non ne erano arrivate, ma c’è poco da meravigliarsi: se i rapporti di lavoro non risultano a norma, un’azienda non può lavorare per il Comune. Vanno precisate però, prima di intraprendere ogni passo formale, le circostanze di quanto rilevato dal sindacato, per questo vogliamo disporre di tutti i dati relativi alla questione».

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Pubblicato il 27 Giugno 2007
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