Agrolinz, nel futuro una centrale a cogenerazione

Il gruppo consiliare Insieme per Castellanza porta allo scoperto una vicenda complessa che coinvolgerebbe Regione ed FNM

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato del gruppo consiliare Insieme per Castellanza sugli ultimi sviluppi della vicenda Agrolinz.

La convocazione congiunta delle commissioni territorio-urbanistica/ambiente-sicurezza in programma per il 3 luglio 2007 e avente all’ordine del giorno “Aggiornamento situazione Agrolinz” è stata dapprima spostata dalla sede comunale (c’era il cineforum!?!) al Cesil e poi convertita motu proprio dall’Amministrazione in una conferenza tenuta da Agrolinz sulla caratterizzazione del sito.

Nessun aggiornamento sulla situazione Agrolinz. Nessun cenno alla situazione dei lavoratori in mobilità. Nessun cenno a programmi di investimenti nell’area.


Quanto esposto dal dirigente Agrolinz è semplicemente il contenuto dell’allegato 1 citato nel Dduo n. 5297 pubblicato sul BURL n. 25 del 18 giugno 2007 e di cui ha dato notizia nello scorso consiglio comunale la capogruppo di Insieme, Zaffaroni. Documento per altro disponibile presso l’Ufficio Tecnico e visionato nella mattinata di martedì 3 luglio dai consiglieri Zaffaroni e Palazzo. Il dirigente Agrolinz non ha aggiunto nulla di nuovo a quanto riportato nel “Piano della caratterizzazione dell’area ”B” in Zona “A” – Stabilimento ex Montedison di Castellanza (VA) – redatto dalla società ERM nel marzo 2007.
 

Agrolinz Melamine International Italia DEVE bonificare la zona indicata per poterla CEDERE a un probabile, presunto acquirente. Ma questa caratterizzazione/bonifica ha origini lontane – e precisamente risale al 29.03.2001 allorchè il dott. Fabrizio Farisoglio, direttore tecnico dello stabilimento di Castellanza di proprietà di Agrolinz Melamin Italia srl, comunicava agli enti interessati che rilievi e accertamenti effettuati all’interno dello stabilimento evidenziano una situazione di contaminazione del suolo (e/o delle acque sotterranee) causata da pregresse attività industriali svolte nel medesimo sito ad opera di altri soggetti, con possibile superamento dei limiti di concentrazione accettabili per alcuni dei parametri di cui all’allegato 1 del DM 471/1999. Il 13 gennaio 2003, Comune di Castellanza, Comune di Olgiate a seguito di nota della Regione Lombardia datata 23 dicembre 2002, richiedono ad Agrolinz il Piano di caratterizzazione dell’area.

Il 5 marzo 2003, Agrolinz Melamin Italia, rappresentata dal dott. Fabrizio Farisoglio ricorre al TAR Lombardia chiedendo la sospensione degli atti e provvedimenti impugnati. Il TAR in data 3 aprile 2003 respinge la suindicata domanda incidentale di sospensione. Il che significa che è dal 2003 che Agrolinz deve presentare il piano di caratterizzazione e di bonifica. Lo fanno oggi, non per scrupolo, ma perché obbligati sia da una sentenza del TAR che dalla richieste del presunto, probabile acquirente. Ma chi sarà questo presunto, probabile acquirente? E cosa vorrà farci nell’area B della zona A?

Nella serata-conferenza, il dirigente Agrolinz ha detto che verrà probabilmente realizzata una palm oil station, una centrale termica a olio di palma per la produzione di energia. In altre parole, una centrale di cogenerazione ad olio di palma. Se, come ha dichiarato il dirigente Agrolinz, nella conferenza dei servizi tenutasi l’11 maggio scorso si è espressamente parlato di palm oil station ricordiamo a TUTTI i partecipanti, in primis alla Provincia di Varese, che qualsiasi centrale che utilizzi biomasse deve sottostare alla Valutazione di impatto ambientale. "Sulla base della normativa l’impianto non sarebbe soggetto a valutazione dell’impatto ambientale, tuttavia occorre evidenziare che lo stesso è assimilabile agli impianti industriali per la produzione di energia elettrica, categorie soggette alla procedura di verifica" (Ministero dell’ambiente – Direzione Generale per la Salvaguardia Ambientale – 2007).  

Realizzare una centrale che utilizza biomassa (olio di palma) derivata da coltivazioni che in un’altra parte del mondo (Indonesia, Malaysia) prendono il posto delle foreste, significa risolvere la questione delle emissioni di gas effetto serra in Italia distruggendo le foreste del Borneo. Gli incendi innescati per far posto alla coltura della palma producono una massiccia presenza di biossido di carbonio nell’atmosfera, tanto da far schizzare l’Indonesia al terzo posto nella poco invidiabile classifica dei maggiori Paesi causa dell’effetto serra. Non solo, ma la terra dedicata alla produzione di olio viene sostanzialmente sottratta a quella di beni alimentari. Paradossalmente la competizione ad oggi non è tra produzione di petrolio oppure bio-diesel, ma tra produzione di cibo e bio-diesel, soprattutto nel contesto dei due Stati sud-asiatici. La sostenibilità ripetutamente osannata, soprattutto dal fondamentale punto di vista sociale, pare assai lontana.  

La convenienza economica di una centrale a olio di palma si basa su due fattori: il basso costo della manodopera (cioè lo sfruttamento dei lavoratori del terzo mondo) e i certificati verdi  che permetteranno di ricevere contributi dallo Stato (attualmente un certificato verde è pari a € 111,00/MW, cioè ogni MW prodotto e ceduto all’ENEL viene pagato 111 Euro – che poi vengono distribuiti sulle bollette di noi tutti, ovvio!).
E’ questo che ha insegnato la Regione Lombardia – D.G. Qualità dell’ambiente U.O. Riduzione emissioni in atmosfera e sostenibilità ambientale nel progetto “Accompagnamento e Formazione degli Enti Locali nella predisposizione di Piani di azione Locale per l’attuazione del Protocollo di Kyoto”?
 

Ma veniamo al probabile, presunto acquirente. Fonti ben informate asseriscono che la centrale verrà realizzata dalla CEG srl di Gavirate (www.ceg.va.it) – società che ha realizzato un impianto di cogenerazione da 16 MW elettrici a Gavirate alimentato a metano. Successivamente ha studiato la possibilità di alimentare impianti simili con oli di origine vegetale e oggi ha fatto di questa soluzione la propria scelta strategica principale. Nella home page del sito della società è illustrato l’assetto societario della CEG  che risulta posseduta al 50% da AET (Azienda Elettrica Ticinese) e Laborex SA (a sua volta posseduta al 50% da GalloInvest spa (100% Meliorbanca) e Renova srl (Metanifera di Gavirate srl). Risalire alle interazioni tra le varie società è stato molto interessante ed anche estremamente facile, vista la nota precisione svizzera. Già perché tutto alla fine si ricollega alle manovre legate al commercio dell’energia elettrica della AET, Azienda Elettrica Ticinese (www.aet.ch).  Nella pagina Partecipazioni del sito della AET, oltre alla già citata partecipazione al 50% in CEG srl colpisce la partecipazione al 40% in Nord Energia spa – costituita grazie ad un accordo di collaborazione tra il Canton Ticino e la Regione Lombardia. Scopo principale della società è la realizzazione di un elettrodotto che collega il Ticino all’Italia.

Nord Energia Spa è società del gruppo Ferrovie Nord Milano, che ha come azionista di riferimento la Regione Lombardia. Quindi, Regione Lombardia e FNM hanno interessi nella erigenda palm oil station di Castellanza. Ed ecco spiegato anche perché FNM ha donato il terzo binario a una Agrolinz che non lo voleva, perché ha espropriato per pubblica utilità terreni a favore di un privato, ecc. ecc. 

Quando il dirigente Agrolinz, parlava di mantenere industriale il sito di Castellanza si riferiva con ogni probabilità alla possibilità di vendere energia elettrica – non già alla produzione di melamina o resine MF speciali – come previsto nell’art. 2 dello statuto della società Agrolinz Melamine International Italia srl. 

Ancora, in Canton Ticino è da anni in atto una feroce opposizione dei cittadini alle operazioni di finanza energetica internazionale della AET, che vede coinvolte la CEG di Gavirate e la Metanifera di Gavirate. L’aver investito nella CEG di Gavirate consente all’AET di commerciare energia da e verso l’Italia, attraverso l’elettrodotto di Cagno. Forse che la centrale di Castellanza serve per l’elettrodotto Mendrisio-Cagno realizzato con la Regione Lombardia per collegare il Ticino all’Italia? 

E l’Amministrazione di Castellanza? Obbedisce a ordini superiori?

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 06 Luglio 2007
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