Rinvio a giudizio per il “re di Portogallo”

"Dom" Rosario Poidimani a giudizio il 21 febbraio con quattro coimputati per truffe e ricettazione; due patteggiamenti e quattro riti abbreviati ancora da definire a seguito dell'udienza preliminare

Due patteggiamenti, quattro riti abbreviati (da concludere con sentenza il prossimo 5 ottobre) e cinque rinvii a giudizio: questo il bilancio dell’udienza preliminare relativa alla vicenda del Principe di Braganza Rosario Poidimani e delle persone a lui legate, accusate a vario titolo di truffe e ricettazione. Non sono mancati dei proscioglimenti per singoli capi di imputazione, lasciati cadere dall’accusa.

Al termine di un’intera giornata di udienze hanno patteggiato due imputati, come previsto: Roberto Resini, ex direttore della Carige di Gallarate (3 anni e 4 mesi) e Fabrizio Malanchini (1 anno e 10 mesi). Rinviato invece a giudizio – il dibattimento è previsto per il prossimo 21 febbraio – dom Rosario Poidimani, "re del Portogallo" (titolo sostenuto e disputato da varie differenti fazioni monarchiche, ma del tutto privo di valore per i lusitani, felicemente approdati da un ormai un secolo alla repubblica), prosciolto peraltro da due dei capi di imputazione per ricettazione e truffa. Con lui al dibattimento andranno Ugo Gervasi; Fabrizio Bellora (idem prosciolto da un singolo capo d’imputazione per truffa) e Roberto Cavallaro, il "ministro degli esteri" del "principato di Braganza", lo stato in esilio creato da Poidimani a sostegno delle proprie reali rivendicazioni.

Filippo Ripamonti, Roberto Bertaglia, Pietro Orlandi e Luisella Poddighe sono andati al rito abbreviato, in gran parte discusso già oggi. Manca solo la difesa di Ripamonti da ascoltare: il gip Banci ha pertanto rinviato la sentenza al prossimo 5 ottobre.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 20 Settembre 2007
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