PD, si fanno avanti i giovani di Adinolfi

"Generazione U" è la lista a sostegno del blogger che si presenterà anche nel collegio di Busto all'appuntamento delle primarie

Nella politica italiana c’è un grande vuoto di rappresentanza. Sono i giovani, dove con tale termine si intenda, secondo la concezione contemporanea, chi ha meno di 40 anni. Il blogger Mario Adinolfi si è fatto loro alfiere candidandosi alla guida del Partito Democratico alle prossime primarie del 14 ottobre e mobilitando non pochi giovani per la sua causa. Anche nel collegio di Busto una lista, non numerosa ma decisa a farsi sentire, è riuscita a raccogliere le cento firme necessarie a presnetarsi. Quattro i candidati, nessuno più vecchio di 31 anni: Tiziano Scolari, capolista, Chiara Ferré, Giuseppe Brugnone e Michela Noé. Scolari, Ferré e Brugnone, che si conoscono da tempo attraverso l’esperienza scoutistica, hanno incontrato la stampa locale per presentare il programma del gruppo aggregatosi intorno ad Adinolfi. L’obiettivo è di portare un po’ di giovani all’assemblea costituente nazionale, fattosi urgente in Lombardia: è vero che il probabilissimo prossimo segretario del PD lombardo è giovane, come molti candidati di altre liste, ma le liste Adinolfi "under 40 only" sono riuscite a scendere in campo solo nei collegi di Arese e Busto Arsizio.

«La nostra di Generazione U è una lista di outsider nuovi alla politica, senza tessere di partito, e che hanno fatto una scelta fuori dagli apparati» afferma Scolari, trentenne collaboratore di un’agenzia giornalistica, sottolineando che 28 milioni italiani under 40 mancano sostanzialmente di rappresentanza in Parlamento, salvo singole eccezioni (assenti nell’Ulivo). «Ciò ha chiare conseguenze quando si decide delle pensioni, o del precariato, una vera piaga sociale». Che ben pochi figli di parlamentari conosceranno mai, aggiungiamo, per chi si illude che i papà pensino ai figli. Brugnone, 24enne laureando in scienze della comunicazione, loda la decisione di aprire voto e candidatura anche ai sedicenni: nei prossimi giorni un minimo di battage sarà fatto anche fuori dalle scuole. «La politica appare qualcosa di inarrivabile a noi giovani. Non dubito che l’esperienza di chi ha più anni sulle spalle sia indispensabile, ma trovo che Adinolfi abbia azzeccato le sue mosse, coinvolgendo i più giovani attraverso i canali loro propri, come il blog o la chat su Internet». Ferré, 27 anni, insegnante "ovviamente" precaria, si dice attratta dalla politica, apprezza l’idea di "quote azzurre" per bilanciare quelle "rosa" e l’idea di andare a far parte di un soggetto nuovo all’interno dello schema dei partiti. Si discute anche del fenomeno Grillo: a Ferré non piace per istinto, mentre Scolari ne riconosce la valenza di protesta per problemi reali, aggiungendo però che alla critica si deve aggiungere il momento propositivo da vivere in prima persona.

Come Scolari sottolinea, il programma proposto da Adinolfi è «così innovativo da rischiare l’impopolarità». Cento-due-zero le cifre alla sua base. Cento come la somma fra età anagrafica e anni di contribuzione che per Adinolfi dovrebbe essere raggiunta per poter andare in pensione (esempio – 65 anni e 35 di contributi). Ciò permetterebbe vasti risparmi di finanza pubblica da investire nelle cifre seguenti: due come 2% del Pil da investire in ricerca per trattenere in Italia i tanti brillanti giovani che ne fuggono a gambe levati, scoraggiati da "stipendi" da fame, gerontocrazia e nepotismo; due come la coppia, da tutelare per casa e lavoro. Zero infine come zero interessi sui mutui casa per le giovani coppie. Zero come zero vincoli all’ingresso nelle professioni, da strappare alla stretta delle caste e delle corporazioni. Sogni? Di più. Idee contagiose, sperano Adinolfi e i suoi. E da qualche parte, persino a Busto Arsizio, si può e si deve cominciare.

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Pubblicato il 05 Ottobre 2007
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