Super stipendi, dirigente condannato a risarcire 175.000 euro
La sentenza civile emessa ieri dal Tribunale di Busto Arsizio
Centosettantacinquemila euro: è la cifra che un dirigente del Comune di Busto Arsizio (attualmente ancora in servizio) dovrà restituire all’amministrazione comunale. Lo ha deciso ieri il Tribunale di Busto Arsizio, portando a sentenza un procedimento civile che vedeva il Comune, rappresentanto dall’avvocato Roberto Porrello, richiedere una cifra ancora più alta, 220mila euro. È la seconda sentenza civile nella vicenda super-stipendi che ha coinvolto Palazzo Gilardoni a partire dall’estate 2005. Si tratta degli emolumenti "in eccesso" versati a dirigenti (somme notevolissime) e dipendenti (ben più modeste) in particolare sotto la seconda amministrazione Tosi (1997-2002), anche se le puntuali verifiche della Corte dei Conti si sono via via estese fino al recente passato. Alla rendicontazione definitiva ha lavorato sodo negli ultimi mesi il segretario comunale e direttore generale del Comune Giacomo Rossi, già autore di amare considerazioni sulla vicenda. Il gruppo di lavoro di Rossi avrebbe valutato in circa tre milioni di euro le spettanze da recuperare.
Una terza sentenza, sempre in sede civile, a carico di un ex funzionario non più in servizio presso il Comune, è attesa entro i primi mesi del 2008: il Comune richiede in questo terzo caso 300.000 euro. In sede penale l’ex sindaco Gianfranco Tosi e sei suoi ex assessori sono stati invece assolti in primo grado, e il pm ha impugnato la sentenza presso la Cassazione.
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