Giornalismo senza barriere, premiato il carcere di Busto

È una redazione insolita quella di "Mezzo Busto". Non ci sono inviati e nemmeno pagine di cronaca da riempire. Gli articoli del giornalino sono scritti da "chi sta dentro", i detenuti del carcere di Busto Arsizio, per chi sta fuori. "Mezzo Busto" non solo in riferimento alla città che ospita la prigione ma anche come sintesi di una sensazione che accomuna molte persone che si trovano rinchiuse in un penitenziario, quella di vedersi descritti, dai media e dagli addetta alla comunicazione, come uomini a metà. Che qualcosa manchi, qualcosa di essenziale come la libertà, è vero ma questo fa solo parte di una situazione temporanea, un passaggio prima della seconda occasione. Al progetto giornalistico della prigione bustocca è andato il premio "Carcere e comunicazione Guido Vergani" promosso dal Gruppo Cronisti Lombardi e aperto alle testate cartacee e on line realizzate all’interno degli istituti di pena della Lombardia.

La giuria del concorso – composta da Dario Cresto Dina, vice direttore di Repubblica, Maurizio Losa vice direttore di Rai sport, Antonella Maiolo sottosegretario regionale con delega alle carceri oltre a Don Luigi Malesi e al sociologo Aldo Bonomi – ha premiato "Mezzo Busto" per il suo stile di scrittura sobrio, la grafica e le immagini accattivanti (piccole opere d’arte firmate da Simion "Micuzu" Adrian) e per il valore educativo e culturale del progetto. Il secondo premio è andato a "Il Sestante" del Carcere di Vigevano mentre il terzo a "Zona 508" del Carcere di Brescia. Il premio speciale della giuria è stato assegnato a "Carte Bollate" della prigione di Bollate, mentre le menzioni speciali sono state consegnate al "Pianeta Miogni" di Varese, "Facce e maschere" e "I due" di San Vittore, "Controsenso" di Mantova e "Opinione libera" di Monza.