Patrimoniale, una partita complessa

La BA Global services srl sarà una sorta di "Comune bis"? L'Ulivo vuol vederci chiaro e vota contro lo schema di statuto, chiedendo spiegazioni non solo tecniche, ma politiche

La partita della patrimoniale, o BA Global Services srl, non è iniziata in aula prima della mezzanotte di martedì, visto il prolungarsi dell’esame dei punti precedenti, e le premesse già non erano buone dal punto di vista dell’opposizione. La commissione bilancio convocata alle 18 aveva visto il segretario comunale (nonché direttore generale del Comune) Giacomo Rossi dare un’esauriente spiegazione tecnico-amministrativa del perchè e percome, a termini di legge, la creazione della nuova società, che andrà in futuro ad assorbire le funzioni di Agesp Holding, il patrimonio comunale, le manutenzioni, e buona parte del personale comunale stesso, fosse ineccepibile.

Meno chiaro il versante politico di questa scelta e il metodo della sua presentazione: dopo mesi, anzi anni di discussioni in materia, un’accelerata improvvisa alla discussione era stata voluta dalla Lega Nord, ma anche dal sindaco, dopo la recente sentenza del TAR, che faceva seguito a quella precedente della Corte di Giustizia europea, in merito agli affidamenti di servizi cosiddetti in house. Occorreva fare una scelta sulle modalità di affidamento dei servizi comunali, sottolineava Farioli in aula, legittimando gli affidamenti in house (contrapposti all’outsourcing, l’esternalizzazione vera e propria), fatti oggi al gruppo Agesp, domani alla patrimoniale. Alcuni settori, ricordava Farioli, sono stati prescelti come «strumenti di competitività territoriale» (si legga pure: autodifesa per non dover dipendere da grandi gruppi esterni), ad esempio igiene ambientale (Accam), gas (Prealpi Gas), servizi idrici (Prealpi Servizi). Molto del resto dei servizi, con il patrimonio immobiliare comunale – municipio incluso – passerà alla BA Global services srl, il cui statuto definitivo sarà discusso entro alcuni mesi.

Nel frattempo, con l’atto votato ieri sera si dà mandato a Farioli di riacquistare il pugno di azioni di Agesp Holding cedute ad alcuni Comuni della zona a titolo simbolico, in cambio di una partecipazione degli stessi in Agesp SpA e nelle nascenti aggregazioni gas e acqua. Questo perchè per l’affidamento in house di servizi la società deve essere totalmente posseduta dal Comune: non solo, ma ne deve essere controllata nel modo più stretto e rigoroso, al punto che le sue stesse rendicontazioni devono passare dal consiglio comunale, che se ne fa arbitro supremo. La patrimoniale sarà non più una semplice partecipata, ma una vera e propria controllata, in grado però, a differenza del Comune, di recuperare l’IVA sui lavori e sfuggire al famigerato patto di stabilità e ai suoi lacciuoli finanziari. Una sorte di "Comune bis" in forma societaria, grado di muoversi più liberamente, ma sotto l’egida del diritto pubblico e del consiglio comunale, che dovrà nominare un apposito comitato di controllo sul quale è facile immaginare che si combatterà una battaglia politica di non poca importanza.

E politiche sono le questioni poste dall’Ulivo, contrario all’operazione non tanto nel merito, quanto nel metodo – troppa fretta di arrivare al primo passo, troppo poca comunicazione al riguardo dal primo cittadino, una discussione tutta interna alla maggioranza, fino a poche ore prima della seduta di consiglio. «Perchè viene fatta questa cosa?» La domanda posta da Erica D’Adda (forse «Perchè la si fa proprio così?» rende meglio l’idea) aleggia sull’aula, senza una risposta politica. L’Ulivo si chiede anche come mai si prevedano cinque membri in un consiglio d’amministrazione che, in una srl sottoposta a strettissimo controllo pubblico, potrebbe anche prevedere un amministratore unico; e come mai la Lega Nord abbia tanto fortemente voluto arrivare a questa bozza. Tanta è stata la fretta che non c’è stato per l’opposizione il tempo di approfondire, e Corrado (Prc) non ha voluto nemmeno prendere parte al voto per protesta. «Siamo seri, basta con le barzellette: non è trasferendo l’ufficio lavori pubblici ad una società che si risolvono i problemi» commenterà poi Alberto Grandi per l’Ulivo.

«Io non ci sto» dirà, alla Scalfaro, Gigi Farioli, difendendo punto per punto la patrimoniale come scelta di efficienza e di autotutela del consiglio comunale. «Il Tar e Bruxelles ci dicono che Agesp gestisce dei servizi illegittimamente. A Castellanza abbiamo perso una gara d’appalto in cui tecnicamente non potevamo esserci… Alla fine l’ex municipalizzata o si liquida o si salva, c’è un patrimonio materiale ed umano da difendere. Quindi no alla svendita che alcuni ventilano, sì all’affidamento in house dei servizi e al controllo del consiglio comunale su tutto l’operato della nuova società».

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Pubblicato il 18 Dicembre 2007
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