È di nuovo rave: in 300 all’ex Mostra del tessile
Richiamati dal tam tam di Internet, sono arrivati nello stabile abbandonato tra Castellanza e Busto giovani provenienti da Italia, Svizzera e Francia
Nonostante la mappatura delle zone a rischio redatta dalla Prefettura, trecento ragazzi hanno "violato" i cancelli dell’ex Fiera del Tessile di viale Borri tra Busto e Castellanza dando il via ad un nuovo rave party, che si sta svolgendo proprio in queste ore.
Fuori dalla sede abbandonata da anni, ci sono le forze dell’ordine e il sindaco di Castellanza Fabrizio Farisoglio, che cercano di contenere la festa dissuadendo ulteriori arrivi, e controllando dall’esterno lo svolgimento del party. I giovani sarebbero arrivati a Castellanza da Italia, Svizzera e Francia seguendo l’invito apparso sul sito Internet dedicato.
Lo stesso sindaco ha spiegato che i ragazzi, molto ben organizzati con camion a targhe coperte per prevenire una rapida identificazione, generatori elettrici, mixer e casse, avrebbero atteso il momento giusto per prendere possesso della zona, da poco sgomberata da un insediamento di rom. Poi, servendosi di semplici cesoie, hanno fatto saltare il catenaccio del passo carrabile. L’allarme è arrivato questa mattina da alcuni abitanti della zona.
Per tutta la giornata, le forze dell’ordine hanno pattugliato la zona evitando che le fila dei ravers si ingrossassero. Il mandato sarebbe proprio quello di contenere il numero dei partecipanti che potrebbe comunque aumentare nelle prossime ore quando la festa entrerà nel vivo.
Intorno all’area sono parcheggiate automobili anche con targhe straniere, in molte di queste dormono dei ragazzi dopo la lunga trasferta, in attesa di scatenarsi questa notte. Si sono segnalati già disagi e tafferugli. Degli occupanti hanno anche rimosso parte della cancellata sul lato che collega l’area al centro commerciale Esselunga, nel tentativo di raggiungere il supermercato. Inoltre alcuni di loro hanno tentato di colpire gli uomini della protezione civile lanciando loro della carbonella. Alla stampa è stato vivamente sconsigliato di eseguire riprese e foto all’interno del complesso "occupato", per il rischio di reazioni ostili.
L’ennesima intrusione ripropone, dunque, la questione dell’utilizzo dell’area, abbandonato dai primi anni Novanta dopo aver scritto un pezzo di storia dell’industria e del commercio altomilanesi – un problema, per stessa ammissione di Farisoglio, dovrà essere affrontata nel prossimo PGT, ma necessariamente in accordo anche con Busto Arsizio. La proprietà dell’area, l’impresa CIC, avrebbe già sporto denuncia per occupazione abusiva.
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