SOS da Sant’Anna: “Non abbandonateci”

Un gruppo di cittadini che sta ricostituendo un comitato denuncia: "Rischiamo di tornare ai tempi dei tossici di trent'anni fa"

Il quartiere Sant’Anna costituisce, nel panorama bustocco, una problematica del tutto particolare. Innazitutto la sua stessa collocazione: sorto in una infelice posizione a ridosso della ferrovia Milano-Domodossola, sulla strada per Cassano Magnago, risulta sostanzialmente tagliato fuori dal centro città. Questione cui si voleva avviare con un tunnel, ampiamente reclamizzato qualche anno fa, ma del quale per ora ancora nulla si è visto, grazie alle consuete lungaggini romane.

A riportare oggi l’attenzione su Sant’Anna è un gruppo di residenti rivoltosi al consigliere comunale di Rifondazione Comunista Antonello Corrado, che con il segretario cittadino del PdCI Cosimo Cerardi e gli interessati ha accompagnato i giornalisti in un piccolo tour del quartiere. A vederla, Sant’Anna, intendiamoci, non è il Bronx. Di giorno (di giorno) sembra anche vivibile, a dispetto di un’urbanistica in grado di dare la labirintite al fuasté che vi si addentri senza una guida indigena. I mugugni della dozzina di persone intenzionate a riformare un comitato di quartiere si indirizzano su varie questioni, indici di una sottile forma di abbandono. Un tempo uno dei rioni più popolosi e con più giovani, oggi Sant’Anna invecchia, come il resto della città, e vorrebbe poterlo fare in modo decoroso e tranquillo.

Per l’amministrazione, tornare ad occuparsene appare forse un problema più di volontà e attenzione che non di mezzi. «È un fatto che il quartiere è stato semiabbandonato da quando la Lega è salita al governo della città» punzecchiano Corrado e Cerardi; e qui per anni in cambio si è votato un po’ meno a destra che nel resto di Busto Arsizio. «In centro come c’è un problema l’amministrazione accorre, qui no» osserva Corrado. «Tanto che un gruppo di cittadini si sono mobilitati, hanno seguito delle seguito delle sedute di consiglio comunale e mi hanno scelto, di loro iniziativa, per portare avanti questioni non politiche, ma di civiltà, da affrontare subito».

«I nostri problemi sono vari» riferiscono i residenti alla stampa, chiedendo nell’ordine la risistemazione e valorizzazione del centro sociale, per constare il degrado, la manutenzione e difesa attenta dei parchi (ivi inclusa la sicurezza, con la repressione di vandalismi e dell’attività di spaccio che fa di nuovo capolino, ma anche la più prosaica eliminazione di ceppi di alberi abbattuti) e delle strade. Nonchè azioni concrete a tutela del valore stesso degli immobili: in vista delle regole che collegheranno il "costo del mattone" all’efficienza energetica, appare obsoleto che il sistema centralizzato che serve la zona costi 17 metri cubi di metano per metro quadro l’anno – non certo una prestazione in linea coi tempi, anzi uno spreco, a detta degli inquilini che ne subiscono i costi.

Al centro sociale «fino a ieri ero tutto pieno di cartacce bottiglie e quant’altro, ma da un bel pezzo, forse un anno: hanno ripulito proprio stamattina, guardacaso» riferisce uno dei residenti. Da basso c’è una sede di Adiapsi (Associazione Difesa Ammalati Psichici), in cui, ci riferisce un giovane di Delfini Birichini, altro gruppo di aiuto alle persone con disagio psicologico, «rompono un vetro ogni due settimane», e ultimamente si sono verificati dei furti – un monitor per pc al plasma, delle bevande – oltre alla costante minaccia alla serenità di persone dall’equilibrio già compromesso e che qui dovrebbero invece trovare un ambiente tranquillo. Un anno fa nella zona non era mancata anche un’emergenza topi, puntualmente segnalata. Quanto infine alle strade, si segnala lo stato non ottimale dell’asfalto, ma anche l’infelice sistemazione della fermata d’autobus proprio all’ingresso di via Collodi venendo dalla rotonda di via per Cassano: in ora di punta, il pullmann "inchioda" la circolazione come si ferma.

Ma più preoccupante è lo strisciante timore è per la sicurezza e i giovani, che Sant’Anna cioè torni agli anni Settanta, quelli dei tossici sotto ogni androne. «Abbiamo trovato ancora di recente delle siringhe nei parchi»; qualche giorno fa la polizia ha scoperto una fumeria di hashish popolata di giovanissimi. «C’è dello spaccio, erba, fumo, ma anche eroina, gestito da italiani» ci dice un altro residente più giovane. «Poliziotto di quartiere, vigile di quartiere? Mai visto: passano delle pattuglie, sì, ma in genere negli orari sbagliati». L’appello di Sant’Anna al Comune è dunque per porre fine all’epoca delle "amnesie" e ricominciare, anche dalle piccole cose, a mettere ordine e "ripensare" un quartiere rimasto sempre troppo "cosa a sè" rispetto al resto della città.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 26 Febbraio 2008
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