Busto Arsizio addio: il car sharing alza bandiera bianca

Vandalismi continui all'auto parcheggiata presso la stazione Nord e disinteresse dell'amministrazione comunale dietro al decisione di abbandonare il servizio, avviato l'anno scorso

"Con enorme e stupefatta sensazione il circolo Legambiente Busto Arsizio constata che il Comune della propria città perderà il servizio di Car Sharing che da 10 mesi aveva una sua postazione in città". Così scrive il presidente del circolo cittadino Andrea Barcucci, commentando con amarezza una vicenda trascinatasi in sordina nel disinteresse generale. Con una secca lettera, infatti, Car Sharing Italia srl ha annunciato all’amministrazione comunale di Busto Arsizio che il servizio "sarà sospeso non essendo seguito alcun atto formale per essere riconosciuti come gestori ufficiali e per poter disporre di uno stallo di sosta sul suolo pubblico per la vettura utilizzata dagli utenti". 

Il car sharing o auto condivisa è una modalità associativa che consente di noleggiare ad ore l’automobile, con modica spesa, semplicemente prenotandosi al telefono o via computer. Un abbonamento annuale, pochi euro all’ora, nessun problema di rifornimento, né assicurazione, né manutenzione. E un piccolo business che dove è avviato si regge bene: le città europee praticano da anni questo sistema con crescente interesse e successo, ricorda Legambiente. A Milano è comparsa la prima esperienza italiana, proprio grazie al Cigno Verde; oggi nel  capoluogo lombardo sono una ventina le auto "collettive".

Nella primavera del 2007 Car Sharing Italia aveva avviato in forma sperimentale il servizio anche a Busto Arsizio
, dove era utilizzato a mo’ di auto aziendale dai dipendenti di un gruppo bancario che ha un contratto con CSI. Si voleva poi coinvolgere il Comune per promuovere l’iniziativa, tanto da incontrarsi con l’assessore Armiraglio la scorsa estate, e procedere a telefonate e e unalettera di sollecito ancora in gennaio. L’obiettivo era di fare di Busto una città "amica" del car sharing come accade in molte altre realtà italiane: Roma, Firenze, Genova, Bologna, Rimini, Parma, Venezia, che hanno colto la palla al balzo. "Era un’occasione anche per il Comune di stipulare forme di abbonamento, per avere un mezzo di servizio alternativo con pochissima spesa" rimarcano da Legambiente.

L’auto di Car Sharing Italia, una piccola Panda grigia, poteva usufruire di uno spazio del vasto parcheggio a pagamento della stazione Nord di in via Monti. Luogo tutt’altro che sicuro, tant’è vero che l’utilitaria ha dovuto subire le offese dei vandali (si veda la foto: il lunotto è sfondato), i quali a più riprese hanno provocato grossi danni alla carrozzeria e ai vetri, forse scambiando il lettore della scheda d’abbonamento al servizio per un navigatore satellitare, e tentando periodicamente di rimuoverlo. Da mesi la società e Legambiente avevano pertanto chiesto di poter spostare il veicolo in un apposito posto riservato in una pubblica via, più in vista, dove fosse meno facile andare a fare danni non visti. Mesi di solleciti non andati a buon fine: da qui la lettera inviata al Sindaco Farioli ed all’assessore Armiraglio per annunciare la dismissione del servizio, della cui esistenza peraltro i bustocchi non si erano di fatto accorti. "L’unico commento possibile è che il traffico e l’inquinamento non sono un problema che tiene preoccupati i nostri amministratori" scrive Barcucci, "a differenza della maggior parte dei cittadini. La porta non è comunque chiusa definitivamente, perchè Car Sharing Italia intende riprovarci: ma se e solo se l’amministrazione comunale "si vorrà fare parte attiva per sviluppare e promuovere tale attività di mobilità sostenibile".

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Pubblicato il 03 Marzo 2008
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