Gli autosili in centro? “Una malattia urbanisticamente trasmissibile”

Così Luca Carra, presidente di Italia Nostra Milano, relatore nell'incontro di martedì sera al Museo del Tessile

Pubblico attento ed interesse vivo per il dibattito tenutosi ieri sera, martedì 20 maggio, al Museo del Tessile. Si parlava di autosili interrati nei centri storici, tema "caldo" visto che in piazza Vittorio Emanuele II ne è previsto uno e che domenica 25 maggio si vota per il primo referendum comunale della storia cittadina, proprio su questo punto. La serata era organizzata da Italia Nostra e Città Aperta per discutere la politica di… "sotterrare" le auto come polvere sotto un tappeto, in mancanza di spazio all’aperto.

Introdotti dal presidente di Italia Nostra Varese Carlo Segre, che ha lamentato il ritorno, grazie alla nuova legislazione in materia, a una situazione urbanistica «pre-anni Cinquanta» («siamo di nuovo in guerra, e non sono molto ottimista»), i relatori hanno "volato alto" – fin troppo secondo alcuni. L’architetto Augusto Spada ha svolto una dotta disamina dello sviluppo storico dell’urbanistica bustese, dai più antichi tracciati che ci arrivano dritti dall’antichità (via Montebello era già lì!) fino alla nascita delle piazze – fra cui quella interessata dal discusso autosilo – nel Trecento, e agli sviluppi moderni con gli sventramenti degli anni Trenta e Cinquanta del tessuto urbano originario. Spada loda lo spirito del piano regolatore del 1975 (che pure prevedeva una città da 120.000 abitanti…), di fatto poi spesso disatteso tra varianti a raffica e grandi incompiute come l’area delle Nord, ma ne fustiga viceversa l’atteggiamento verso il centro storico, con la mancanza di un piano particolareggiato e di fatto il disincentivo alla manutenzione.

Sergio Brenna, docente di urbanistica presso il Politecnico di Milano, ha riferito delle sue esperienze personali in Giunta a Rho, con interventi a tutela dell’integrità del centro storico, e ha definito «ambigua» la legge regionale 12/2005 che ha previsto i PGT, piani di governo del territorio, al posto dei vecchi piani regolatori, e «una serie di interventi "leggeri" e rapidi" come piani integrati d’intervento, piani di recupero eccetera: si è voluto bollare i PRG come troppo rigidi e "lasciar fare"». Luca Carra, presidente di Italia Nostra Milano, ha parlato dei parcheggi sotterranei come di «una malattia urbanisticamente trasmissibile»: a Milano ne sono previsti 195 per 49.000 posti auto, sui quali, dice, già si sta scatenando una speculazione all’accaparramento per affittarli, invece degli acquisti dei residenti. La città è traforata di cantieri (sui 120-130), alcuni dei quali creano anche problemi – crepe negli edifici, ad esempio – o si trovano in zone di interesse storico ed archeologico – Sant’Ambrogio. Inoltre, rimarca Carra, si preferisce scavare sotto le piazze per non interrompere le arterie di traffico, ando così a «sequestrare» per anni spazi talora di pregio, e con del verde, alla cittadinanza. «Il referendum è una semina culturale, al di là del risultato» profetizza Carra; «a Milano ne vincemmo uno per la pedonalizzazione del centro, e fu l’avvio di una riflessione e di un atteggiamento nuovo».

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Pubblicato il 21 Maggio 2008
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