Busto Arsizio al voto per il referendum sull’autosilo in centro
Fioccano le ultime prese di posizione sul futuro di piazza Vittorio Emanuele II: domenica 25 maggio al pettine i nodi di una vicenda che si trascina da un anno e mezzo
Domenica 25 maggio Busto Arsizio andrò alle urne per il primo referendum comunale della sua storia (qui le "istruzioni per l’uso" diramate dal comune). Il quesito proposto per la consultazione, promossa da un cartello referendario guidato da La Voce della Città con l’appoggio di Rifondazione Comunista, PdCI, Verdi, e vari gruppi e associazioni, riguarda la prevista costruzione da parte di un gruppo privato di un autosilo interrato in piazza Vittorio Emanuele II, che costringerebbe a spostare il Monumento ai Caduti – è già stato deciso che andrà in piazza Trento e Trieste. L’autosilo avrà una parte di posti pubblici, 148, accessibili da via Borroni; circa 200 altri posti sotterranei (con ingresso separato) saranno riservati ai futuri residenti del complesso residenziale-commerciale previsto tra la piazza e via Solferino. A questo si aggiungerebbero nell’ambito del piano integrato d’intervento opere di urbanizzazione per circa cinque milioni di euro – dalle pavimentazioni alle reti di servizi, dall’illuminazione agli arredi. Il tutto con tanto di pedonalizzazione della piazza, oggi parcheggio a cielo aperto, e nuovi collegamenti pedonali fra le piazze del centro – si veda la presentazione video del progetti sul sito del Comune. Il quesito referendario riguarda unicamente l’autosilo sotto la piazza ma la sua bocciatura avrebbe riflessi su tutto l’intervento.
Il progetto, presentato nell’autunno del 2006 da gruppo Dal Ben (si veda anche la presentazione in questa pagina, cliccando la voce Soceba), è contestato vivacemente dal fronte referendario. Questo, molto composito, include forze diverse che hanno attaccato sotto diversi aspetti tutta l’operazione, citando di volta in volta preoccupazioni per l’impatto urbanistico e ambientale e l’impossibilità di estendere ulteriormente la pedonalizzazione del centro storico, il rifiuto etico e politico di "sfrattare" il monumento ai Caduti, o la volontà di fermare quella che è stata bollata come una mera speculazione edilizia. Al contrario i sostenitori del progetto – quasi tutta la maggioranza (con singole eccezioni) più il PD – citano la necessità assoluta di dare un taglio al degrado dell’area affacciata alla piazza e dare un volto nuovo al centro, nonchè di rispettare una previsione già presente nel venerando Piano Regolatore Generale, datato 1974. Oltretutto l’autosilo risulta indispensabile al progetto così come è concepito. Inutile sottolineare la portata della posta in palio: grosse cifre sono investite nell’intervento dai proponenti, che se ne attendono un ritorno economico altrettanto consistente.
Il fatto poi che piazza Vittorio Emanuele II sia nota a tutti i bustocchi come piazza Tre Culi (così detta proprio per il monumento ai Caduti, datato 1958, che ritrae tre uomini nudi) aggiunge ulteriore colore a un dibattito che ferve ormai da un anno e mezzo. Le tremila firme raccolte quest’inverno dai referendari testimoniano che il tema è stato avvertito dalla cittadinanza, nonostante la scarsissima pubblicità istituzionale data alla consultazione. Negli ultimi giorni sono state molteplici le prese di posizione, soprattutto del fronte del "no" che include anche singoli esponenti di maggioranza come Diego Cornacchia e Ninetto Pellegatta. Chi non ha voluto esporsi eccessivamente fra le personalità cittadine ha comunque optato per un sentito appello al voto contro l’astensionismo, invece sostenuto dal PD e da Azione Giovani. A questi si è aggiunto oggi l’appello al voto per il sì del sindaco Farioli, decisissimo a proseguire sulla sua strada. Il referendum sarà valido solo se si supererà il quorum del 33% degli aventi diritto al voto. Obiettivo ambizioso ma che i referendari non disperano di raggiungere. In ogni caso la Giunta potrà non tenere conto del risultato, il referendum ha infatti valore consultivo e non vincolante.
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