Blitz contro la ‘ndrangheta a Milano, due bustocchi in manette
Nell'ordinanza contro il clan De Stefano-Tegano-Libri, che voleva mettere le mani sul catering del Milan allo stadio Meazza, sono finiti anche un 53enne e un 47enne di Busto già coinvolto nella 'ndrnagheta di Lonate Pozzolo
Ci sono anche due bustocchi tra i 59 finiti in manette durante l’operazione della Dda e dai Carabinieri del Ros questa mattina all’alba a Milano e nel resto d’Italia che ha stroncato le attività del clan di ‘ndrangheta De Stefano-Tegano-Libri. L’ordinanza di custodia cautelare ha attinto il 53enne Dario Michele Ferrario, residente in città, e trovato in possesso di sostanze stupefacenti mentre un altro bustocco, Stefano Giordano di 47 anni, risulta tra le persone coinvolte nella maxi-inchiesta.
L’indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Ilda Bocassini e dal sostituto Marcello Tatangelo, ha messo in luce gli affari della cosca guidata a Milano da Giulio Martino, arrestato per associazione a delinquere di stampo mafioso e altri reati, e i suoi fratelli Vincenzo e Domenico. In particolare Giulio aveva appena finito di scontare 20 anni di carcere, era tornato libero dal 2009 ricostituendo immediatamente il gruppo criminale. La cosca, attraverso un imprenditore e un carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Milano, stava cercando i mettere le mani sul catering del Milan allo stadio Meazza, affare saltato grazie anche all’intervento delle forze dell’ordine impegnate, questa notte, con 400 uomini per fermare tutti gli indagati.
Il gruppo, inoltre, si occupava di estorsioni tramite la protezione di imprenditori della zona di Milano che, in alcuni casi, si affidavano a diversi gruppi criminali di stampo mafioso per far valere le proprie ragioni. Altro ramo nel quale era molto attiva la cosca è quello dello spaccio di droga che movimentava a decine di kg alla volta, in qualche caso centinaia di kg. Proprio in questo settore, con tutta probabilità, avrebbe fornito il proprio contributo il bustocco arrestato questa mattina. Stefano Giordano, invece, era stato già condannato per associazione a delinquere semplice nell’ambito del processo alla ‘ndrangheta di Legnano-Lonate Pozzolo.
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