Cattaneo: “Alleanze per la Provincia? L’Ncd ha molte alternative”

Intervista a Raffaele Cattaneo. Il Nuovo Centrodestra sarà alleato con la Lega e Forza Italia? In questo momento, nessuno può dirlo: "Anche loro si chiariscano le idee"

Nessuno pensi di avere la vittoria in tasca. Per eleggere il nuovo presidente della provincia, bisogna avere più alleati possibile. L’Ncd, ad esempio, ritiene di essere indispensabile per il risultato finale. Raffaele Cattaneo sottolinea che bisognerà trovare dei consiglieri che sappiano raccogliere preferenze e un presidente che sia una figura condivisa, ma non troppo caratterizzata politicamente. Resta però da capire se il presidente del consiglio regionale schiererà il suo partito con il centrodestra oppure se la sua posizione rimarrà più fluida.

L’Ncd oggi è all’interno del centrodestra varesino? La coordinatrice di Forza Italia Lara Comi dice che dovreste chiarire la vostra posizione…e ha citato come casus belli l’elezione della comunità montana valli del verbano, in cui vi siete divisi.
«In realtà, anche il centrodestra deve decidere se vuole che il Nuovo Centrodestra faccia parte dello schieramento, oppure no».

In che senso?
«Il caso della comunità montana è esemplare. C’era un candidato uscente di centrodestra, Marco Magrini, ma qualcuno proprio del centrodestra ha ritenuto di fargli la guerra, per mettere un altro candidato».

Un precedente che crea tensioni?
«La domanda la giro a Lara Comi e agli altri esponenti del suo partito, anche a quelli che decidono veramente. Ritengono che l’Ncd abbia pari diritto, oppure pensano che qualcuno sia più uguale degli altri? La riposta a questa domanda è preliminare a ogni valutazione. Noi governiamo con il centrodestra in Lombardia e con il centrosinistra a Roma. Evidentemente abbiamo meno difficoltà di dialogo con entrambi gli schieramenti…».

Che significa questa frase?
«Quello che ho detto. Mentre la Comi ha un’unica alternativa allo schieramento di centrodestra, ovvero le larghe intese, noi invece riteniamo di poter aver anche altre alternative».

Dunque il Nuovo Centrodestra può giocare su almeno tre tavoli. Ma il suo partito ritiene di aver la forza per contare?
«Sì. La vera questione è legata al metodo di elezione del consiglio provinciale. I consiglieri saranno scelti in base ai voti personali e saranno eletti i 16 più votati indipendentemente dalle liste. Vuol dire che un candidato deve prendere più voti degli altri. La cosa più importante sarà quella di trovare candidati in grado di raccogliere preferenza sulla loro persona, specialmente nei consigli che, per il metodo del voto ponderato, contano di più».

E quindi?
«E’ un’elezione che ha dei tratti di imprevedibilità. Bisogna anche capire quanti dei 1800 aventi diritto andranno a votare. E’ tutto di difficile previsione, ma l’aspetto più originale è che alla fine bisognerà avere dei candidati che sappiano raccogliere personalmente delle preferenze, soprattutto nei consigli comunali più grossi».

Cosa pensa della proposta di una grande lista unica?
«E’ una proposta rilevante per l’elezione del presidente, perché permette più condivisione. Per quanto riguarda il consiglio, invece, poco cambia. Il peso di ciascun partito si concentrerà sui candidati».

Se vi schiererete con il centrodestra, il candidato presidente sarà leghista o no?
«In ogni caso, il candidato presidente deve essere oggetto di discussione. E importante trovare figure che sappiano raccogliere un consenso ampio. Non devono essere figure eccessivamente caratterizzate dal colore politico. E’ difficile che il presidente possa essere un segretario provinciale. Non è impossibile ma mi sembra meno probabile».

Voi avete in mente qualcuno?
«Sì, ma non faccio nomi. Non voglio bruciarli. Per adesso li teniamo per noi».

Candidati di bandiera e poi accordi su figure condivise, sembra quasi lo schema dell’elezione del presidente della repubblica, non trova?
«Sì, il meccanismo tende a spingere verso modalità di questo tipo. Non è detto però che si tenda verso la scelta del migliore, perché va trovato comunque un accordo. Ci sono poi delle complicazioni non da poco. Il presidente sarà un sindaco, e avrà già i suoi accidenti. A tempo perso, dovrà dedicarsi anche alla presidenza della provincia. C’è il rischio che si scelga un sindaco che tenda a usare la carica per dare benefici alla sua comunità, trascurando le altre. Questo aspetto andrà un po’ temperato».

Che cosa proponete?
«Questa legge ha molti limiti, anche per come è scritta. Fare il sindaco oggi è difficile e dà scarse soddisfazioni anche economiche. Dunque il candidato deve caricarsi di responsabilità enormi, politiche e personali, civili e penali. Deve avere davvero una grande disponibilità, una vera vocazione. Non sarà facile trovare una figura che ha tutte queste disponibilità».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 23 Luglio 2014
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