Contributi usati per finanziare le aziende, pioggia di denunce in Procura

L'Inps ha migliorato il sistema dei controlli grazie all'informatizzazione e scopre che sono moltissime le imprese che non versano i contributi ai propri lavoratori. Soldi usati per finanziare le aziende in crisi di liquidità

Una valanga di denunce sta inondando la Procura di Busto Arsizio da parte dell’Inps per il mancato versamento dei contributi, trattenuti dalle buste paga dei lavoratori di molte aziende del territorio. L’allarme arriva da fonti interne degli uffici di via Volturno e riguarda decine e decine di fascicoli che nelle ultime settimane sono finiti sulle scrivanie dei magistrati bustocchi in merito ad ipotesi di appropriazione indebita da parte dei datori di lavoro nei confronti dei propri dipendenti. Un fenomeno che è aumentato nell’ ultimo periodo anche grazie all’informatizzazione del sistema di verifica da parte dell’istituto di previdenza sociale che permette un controllo molto più puntuale rispetto al passato e che dimostra come la mancanza di liquidità nelle realtà imprenditoriali del territorio sia un problema sempre più sentito.

A confermare la situazione è lo stesso direttore dell’Inps di Varese Tullio Ferretti che spiega: «Siamo costretti a seguire questa procedura – spiega  – ormai i controlli sono molto serrati e, grazie al rinnovamento del sistema informatico, questi avvengono in automatico mese per mese. Naturalmente la procedura prevede l’invio di una comunicazione al datore di lavoro chiedendo un rientro dei mancati versamenti e, nel caso in cui questo non avviene, si passa alla denuncia in Procura per appropriazione indebita». I datori di lavoro, però, spesso utilizzano la liquidità ottenuta dai mancati versamenti per finanziare l’attività quando le banche chiudono i rubinetti, finendo in una spirale che crea certamente ulteriori problemi dal punto di vista giudiziario. Fino a quando i controlli erano effettuati manualmente c’era una finestra di 8-10 mesi tra una verifica e l’altra, permettendo agli imprenditori di recuperare il denaro speso in altro modo e versarlo nelle casse dell’Inps, ora questo non è più possibile farlo.

Un segno dei tempi di crisi che viviamo, dunque, un altro campanello che suona in un momento in cui la politica parla di "fine del tunnel" e "ripresa vicina". Parole che risuonano, spesso, come slogan privi di senso negli uffici di molte aziende del territorio costrette a combattere in prima linea e a trovare modi e metodi per sopravvivere e non chiudere, lasciando a casa i propri dipendenti. 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 19 Settembre 2013
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