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Diario di Stoà dalla “terra del Santo”

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6 Agosto 2013

Benedetta Candiani, direttrice del Centro Giovanile Stoà di Busto Arsizio, ci scrive un piccolo diario del viaggio nella "terra del santo":

Diario dalla Terra del Santo – 4-15 agosto 2013
Siamo in quarantotto. Proveniamo da gruppi diversi, città diverse. Tutti giovani. Ci accompagnano Don Alberto e Don Gabriele. Abbiamo scelto di trascorrere 12 giorni diversi, per le nostre vacanze estive: siamo nella Terra del Santo. Siamo qui per incontrare una terra piena di storia, di fedi, di culture, di desideri e di contraddizioni. Come la vita di ciascuno di noi.
In questo diario ciascuno di noi, a turno, raccoglierà l’esperienza quotidiana del nostro pellegrinare nella Terra del Santo, con qualche foto e con tutto quello che ci si muove nel cuore.

4 agosto 2013, Malpensa-Nazareth
Ore sei e cinquanta del mattino, giù dal letto. La valigia è pronta, materassino, sacco a pelo, gavetta, pasta e salsa di pomodoro.
Arriviamo in aeroporto e passiamo l’ostico controllo di sicurezza della compagnia israeliana.
Dove vai?
Sei con il gruppo?
Li conosci tutti?
Come si chiama la tua parrocchia?
Perchè hai la barba lunga? E perchè non hai i baffi? Sei musulmano?
Come si chiama tuo nonno?
Volo tranquillo e trasferimento in pullman a Nazareth dove i Padri Guanelliani aprono le porte del loro istituto per ragazzi disabili. Cortile con un pozzo al centro, ibiscus rossi, cactus e due grandi ulivi secolari ci fanno compagnia.
Ci sistemiamo, facciamo la spesa e la serata si conclude con don Alberto, che ci racconta l’antica storia d’Israele.
Andiamo a letto pensando alla figura del pellegrino, al bastone suo appoggio, ai suoi sandali, simbolo di sobrietà, e al suo sguardo vergine, necessario per rileggere i testi della Bibbia come se letti per la prima volta.

5 agosto 2013, Nazareth
Siamo sul tavolo della cena dove abbiamo appena finito di mangiare hummus con cumino e fagioli preparati dai Padri Guanelliani dell’istituto che ci ospita. Ripercorriamo le tappe di oggi, mentre la nostra guida George inizia a suonare l’oboe.
Giornata dedicata alla scoperta di Nazareth. Atmosfera calda, torrida, ma il clima secco rende il girovagare più vivibile, palme e ulivi che colorano l’ambiente di verde, vicoli in cui allarghi le braccia e tocchi i muri, pashmina appese che ti scivolano sulla testa, sacchi di juta pieni di semi e spezie in cui ti vien voglia di immergere la mano come il fruttivendolo di Amélie, carcasse di mucche penzolanti e vestite di rose profumate, chicchi di caffè che si tostano in una torrefazione.
Nonostante ciò, sorprendono l’ordine delle camicie e dei sandali sugli scaffali, la tranquiliità del quotidiano colorata dai gradevoli odori del bazar e la piacevolezza del canto rauco del muezzin.
Nazareth è un piccolo borgo, nel quale Gesù ha vissuto circa duemila anni fa. Piccolo borgo allora, abitato da appena quarantatre famiglie, dove è stato naturale immaginare un Gesù così umano che chiacchiera con i suoi amici di infanzia e saluta i suoi vicini di casa e che ci regala un senso di sobrietà e un gusto per le cose semplici.
Così come è stato bello immaginare Gesù passeggiare nelle rovine polverose di Sefforis, dove siamo stati nel pomeriggio.
Il nostro ricordo della giornata si conclude con la cupola a forma di giglio della Basilica dell’Annunciazione. E così ci riaffiora nella mente l’immagine di questo giglio rovesciato sopra una grottadimora scavata nella roccia.
E così Gesù si scioglie in una piccola borgata d’Israele.
Ora chiudiamo qui perchè vogliamo goderci il suono dell’oboe.

didascalie:
foto 01: I giovani del gruppo davanti alla grotta dell’Annunciazione

foto 02: Don Alberto e Don Gabriele durante il momento dell’Eucarestia nella basilica dell’Annunciazione

foto 03: I ragazzi visitano lo scavo archeologico della città di Sefforis, antica capitale della Galilea

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