Elicotteri all’India, spunta la lista della spesa di Mitchell

Un documento scritto da Haschke viene mostrato dal pm Fusco e fa andare su tutte le furie le difese; nella lista i soldi per politici, burocrati e militari. Su un conto alle Mauritius drenati milioni di euro dal contratto di offset

E’ proseguito questa mattina, venerdì, l’interrogatorio da parte del pubblico ministero Eugenio Fusco nei confronti di Guido Haschke, uno dei testi principali del processo per corruzione internazionale all’ex-presidente di Finmeccanica Giuseppe Orsi e all’ex-presidente di Agusta Westland Bruno Spagnolini, relativo alla vendita di 12 elicotteri al governo indiano. Fusco, coadiuvato da una mole di documenti impressionante, ha chiesto ad Haschke di ricostruire minuziosamente le strutture societarie coinvolte, attraverso le quali secondo l’accusa sarebbe transitata la tangente, le modalità di fatturazione, l’uso che è stato fatto dei soldi, i rapporti con Mitchell, uomo di fiducia di Orsi.

LE SPESE DI MITCHELL – Ma a fare scalpore è stato il colpo di teatro finale del pubblico ministero che ha mostrato un foglio scritto da Haschke sul quale sono appuntate quelle che – secondo l’altro consulente di Agusta Chris Mitchell – sarebbero stati i costi da sostenere per ottenere l’assegnazione della commessa degli elicotteri: «Mitchell divise le sue spese in 4 – ha spiegato Haschke durante l’esame – i soldi per la l’Air Force indiana, quelli per la burocrazia, quelli per i politici e quelli per la famiglia». Haschke non dice nulla di più, eppure si tratta di voci consistenti che nel complesso toccano i 30 milioni. Forte la contestazione dei legali su questo punto: «Questo foglietto non vale nulla, per noi è zero. Si tratta di quanto riportato da Haschke su indicazione di Mitchell, quindi non vale nulla». A questa reazione Fusco ha risposto sorridendo: «Mitchell verrà di persona a spiegarcelo». Il consulente di fiducia di Orsi, infatti, continua a comparire in questa vicenda anche se non è imputato in questo processo ma risulta essere indagato per quanto riguarda l’ipotesi di corruzione relativa agli altri 30 milioni di euro che avrebbe ricevuto da Agusta, tramite la sua Global Services Zfe.

I CONTRATTI – Sono almeno tre gli accordi che Haschke stringe con Finmeccanica, vestendo ruoli diversi, a volte consulente e a volte fornitore di prestazioni ingegneristiche (anche contemporaneamente) ma non è chiaro come sia possibile che una sessa figura possa ricoprire ruoli così diversi in uno stesso affare. Superata questa parte, riguardante il periodo pre-gara, Fusco comincia ad analizzare il ruolo delle società Ids India e Ids Tunisia che, nella sua analisi dei fatti sono le due società principali per il passaggio della tangente. Haschke spiega che i contratti per la fornitura di mezzi militari,  in India, prevedono che una parte dei lavori devono essere svolti all’interno del territorio indiano attraverso un contratto di offset e Agusta non può sottrarsi a questa clausola. Per questo Haschke si attiva per trovare una società indiana all’altezza di questo compito e individua la Ids India, ritenendola adeguata a fornire servizi di ingegneria per Agusta Westland.

LE SOCIETA’ – A fine 2007 scrive ad un dirigente di Agusta di aver individuato l’azienda che avrebbe, in caso di aggiudicazione della gara, eseguito il contratto di offset per un importo che deve rappresentare almeno il 5% dell’intera commessa. Qualche giorno dopo arriva la conferma da parte di Agusta che si avvarrà della Ids per alcuni lavori relativi alla commessa. Fusco, con questa mossa, vuole far notare come il contratto di offset procurato da Haschke corrisponda a quanto già pattuito in precedenza tra Haschke e i due dirigenti Agusta, Orsi e Spagnolini, come proprio compenso per la consulenza. Non si capisce più- a questo punto – se i 28 milioni di euro sono per la consulenza o per il contratto di offset. In questo momento vi sono in vigore due accordi tra Haschke e l’Agusta: quello che riguarda la Gordian e quello della Ids. Haschke spiega anche che tipo di servizi ha fornito in base al contratto: «La Ids si è occupata della digitalizzazione dei progetti, tutto ciò che prima veniva fatto su lucidi doveva essere trasformato in digitale per permettere successive modifiche in maniera più rapida e trasportare i disegni sulle macchine a controllo numerico. Altri servizi erano il controllo e calcolo dello stress dei materiali e la fornitura servizi di software specifici». Fusco chiede ad Haschke come mai questo contratto viene trovato in casa sua e il consulente risponde «Sono stato io a presentare questa società ad Agusta Westland – e poi prosegue – con questo contratto dovevo controllare se era adatta». Haschke spiega che quel contratto avrebbe dovuto riguardare lavori limitati da parte di Ids Infotech in quanto si trattava di capire se questa società avesse le potenzialità per poter supportare e al meglio Agusta.

L’AFFARE TUNISINO – Appena la gara per la costruzione degli elicotteri viene assegnata all’azienda elicotteristica di Cascina Costa iniziano le manovre di Haschke per creare una nuova società in Tunisia che ha lo stesso nome della società indiana (e cioè Ids) controllata al 100% da Ids India, fino a quel momento. Questa nuova società – con a capo un socio tunisino che ha lo 0,1%, tale Hedi Kamoun – firma il contratto di offset con Agusta Westland con validità 1 novembre 2008 – 31 ottobre 2011 e risulta essere molto comoda dal punto di vista fiscale perchè per questo tipo di aziende (definite total export, ndr) la legge tunisina permette di far uscire i soldi verso altri Paesi anche tramite fatture per prestazioni inesistenti. Il 2 febbraio 2009 spunta la Euromed Holding, una società con sede negli Usa, che acquisita l’81% di Ids Tunisia aumentando il capitale sociale e diluendo la quota di Ids India, il personale qualificato per i lavori a favore di Agusta passa alla Aeromatrix in una cessione di ramo d’azienda. La Euromed sposta la propria sede legale negli Emirati Arabi e finisce per controllare sia la Aeromatrix che la Ids Tunisia.

IL CONTO ALLE MAURITIUS – Gli utili di queste due società finiscono in un conto alle Mauritius proprio dove Haschke e Gerosa – nelle intercettazioni – dicono di aver messo al sicuro i soldi. Su questo conto, tramite un’altra società chiamata Interstellar e della quale fanno parte Haschke, Gerosa, i fratelli Tyagi, finiscono milioni di euro di utili dalla commessa Ids Tunisia-Agusta. In sostanza Agusta, che voleva fosse Ids India a firmare il contratto, si ritrova con la Ids Tunisia che inizialmente era controllata da Ids India ma che dopo poco si ritrova ad essere controllata dalla Euromed di Haschke, Gerosa e i fratelli Tyagi. A questo punto Fusco chiede se, quando la società non è più in mano indiana, Agusta viene avvisata di questo cambiamento. Fusco si chiede, infine, come mai non fosse la contabilità di Gusta a occuparsi dei pagamenti a Ids Tunisia ma Bruno Spagnolini. Nella prossima udienza del 13 dicembre toccherà alle difese controinterrogare il teste. Intanto ecco quanto ha detto Amodio alla stampa, al termine dell’udienza di questa mattina.

La mappa dell’affare indiano

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Pubblicato il 06 Dicembre 2013
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