Esplosione di Borsano, ancora un rinvio e una nuova perizia

L'ha chiesta il giudice per l'udienza preliminare in maniera da stabilire l'esatto luogo dello scoppio. Torna l'ipotesi del suicidio e fa infuriare la famiglia di Andrea Rosignoli che ha diramato un duro comunicato

Servirà ancora una perizia tecnica, ma questa volta disposta dal giudice per l’udienza preliminare Patrizia Nobile, per definire se i 4 indagati per l’esplosione di tre anni fa avvenuta in una palazzina di via San Pietro a Borsano e che provocò la morte di due persone dovranno essere rinviati a giudizio. Non sono bastate, infatti, le due perizie di parte (una della difesa e una dell’accusa) a definire se vi siano i presupposti per imbastire un processo dibattimentale davanti alla corte del tribunale bustocco. Il giudice, nell’udienza di questa mattina, ha ritenuto necessario approfondire quale fosse il luogo esatto dello scoppio se questo sia avvenuto all’interno della casa di una delle due vittime, Andrea Rosignoli, oppure se all’esterno a causa della rottura di un tubo, come ipotizzato dalla perizia dell’accusa. La decisione è stata ulteriormente rinviata al 6 dicembre.

I legali della famiglia Rosignoli hanno inviato un duro comunicato firmato dal padre Mario, nel quale accusano i difensori della società Agesp di adombrare la possibilità che Rosignoli si sia suicidato con il gas. Di seguito la lettera.

A distanza di quasi tre anni dall’esplosione del 3/12/2009, che ha causato 2 morti (Andrea Rosignoli, di anni 30 e Stefania Zhu, di appena anni 19) e diversi feriti, dopo indagini preliminari condotte puntualmente dal PM; ben 2 perizie redatte da due dei più grandi esperti in materia, che individuano senz’ombra di dubbio l’origine della fuga di gas nella rottura di una giunzione di un tubo nel cortile condominiale; l’autopsia, condotta da un autorevole medico legale, che ha escluso radicalmente l’ipotesi del suicidio; nonostante testimonianze schiaccianti dei vicini di casa, confermate dalle dichiarazioni rese dagli odierni indagati, che fissavano l’inizio delle perdita di gas già nel tardo pomeriggio del 2/12/2009 (ben 12 ore prima dell’esplosione), quando mio figlio nemmeno si trovava a casa; nonostante un rinvio a giudizio puntuale e circostanziato, che non lascia dubbio alcuno sulle cause dell’esplosione e non ha dato il minimo credito all’ipotesi del suicidio, nonostante le scontate illazioni dei responsabili dell’evento; ebbene nonostante tutto questo l’AGESP ed i responsabili civili, con le loro compagnie di assicurazione, dopo avere richiesto, alla prima udienza del 10/5/2012, un rinvio per potere formulare delle concrete proposte di risarcimento, non soltanto non hanno fatto pervenire nemmeno uno straccio di concreta proposta di risarcimento ma quest’oggi sono arrivate addirittura ad agitare, di nuovo e del tutto strumentalmente, l’ipotesi del suicidio, addossando a mio figlio la responsabilità di un evento che avrebbe potuto essere evitato se soltanto si fosse operato con un minimo di accortezza e di prudenza.

Dopo tanto tempo attendiamo ancora la verità e che sia fatta giustizia e troviamo vergognoso che si tenti ancora oggi di screditare la figura di mio figlio, nonostante l’assicurazione CIG / Assitalia abbia già escluso categoricamente l’ipotesi suicidio, basandosi esclusivamente sui primi verbali dei Vigili del Fuoco, sull’autopsia e sulle risultanze del perito del PM, riconoscendo il diritto di mio nipote Elos, che oggi ha 5 anni e che è rimasto orfano del padre, all’indennizzo previsto dall’assicurazione obbligatoria per gli utenti finali del gas.

Come cittadini siamo letteralmente indignati da questo atteggiamento e riteniamo che il Comune di Busto Arsizio, di cui l’Agesp è pur sempre emanazione, dovrebbe fare la sua parte per evitare che dopo la morte di due cittadini incolpevoli la loro memoria venga ancora infangata e le loro famiglie vengano umiliate due volte, con illazioni inesatte e fuori luogo.

Ci teniamo, comunque, a ribadire la nostra piena fiducia nella magistratura inquirente e giudicante.


Redazione VareseNews
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Pubblicato il 11 Ottobre 2012
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