Frode fiscale, 18 mesi di reclusione per Gianfranco Sozzi

Arriva un'altra condanna per l'imprenditore della Gisowatt da parte del tribunale di Busto Arsizio. Tra il 2006 e il 2008 ha fatto volare all'estero 1,2 milioni di euro dalle casse dell'azienda a due conti riconducibili a lui e al fratello

E’ stato condannato dal giudice Luisa Bovitutti ad un anno e mezzo di reclusione e alla confisca di 99 mila euro, l’imprenditore della Gisowatt Gianfranco Sozzi imputato per frode fiscale per alcune operazioni eseguite negli anni scorsi tra il 2006 e il 2008. Sozzi, che ha patteggiato altri 2 anni e 6 mesi nel processo per bancarotta fraudolenta e per altri reati nell’ambito dell’inchiesta sulla malavita del saronnese, è stato considerato colpevole dal tribunale di primo grado per aver fatto fuoriuscire dall’Italia ingenti somme sottratte alle casse societarie attraverso operazioni fittizie. Il pm che ha condotto l’inchiesta, Pasquale Addesso, aveva chiesto 2 anni e 6 mesi.

Sozzi avrebbe gestito personalmente il pagamento di 14 fatture suddivise su due società inglesi di comodo: 13 verso una società che avrebbe fornito la progettazione di alcuni componenti di un aspirapolvere (in realtà progettati dai dipendenti della Gisowatt, ndr) per un totale di oltre 700 mila euro e una verso un’altra società che avrebbe fornito un video pubblicitario aziendale alla modica cifra di 458 mila euro. Questi soldi, man mano che venivano pagati alle due società inglesi, sarebbero stati poi girati a due fiduciarie che li avrebbero poi versati su due conti presso la banca svizzera Julius Baer, denominati Pozzanghera e Smergliato, riconducibili a Gianfranco e a suo fratello Emanuele Sozzi.

La vicenda della frode fiscale si intreccia con quella che riguarda l’ex-giudice per le indagini preliminari di Busto Arsizio Alessandro Chionna, indagato per concussione dalla Procura di Brescia. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti bresciani, infatti, i fratelli Sozzi avrebbero sponsorizzato la passione per le corse in auto del giudice bustocco al fine di ottenere un condizionamento del processo per frode fiscale giunto oggi alla sentenza di primo grado. Lo stesso fratello Emanuele Sozzi avrebbe fornito una confessione piena sul punto confermando che i soldi elargiti al giudice avevano come finalità proprio il condizionamento dello stesso. Naturalmente ciò non significa che questo sia avvenuto anche perchè il giudice si è sempre proclamato totalmente estraneo a condizionamenti. D’altra parte i due fratelli avevano sistemizzato la corruzione di pubblici ufficiali al fine di ottenere informazioni preziose che li riguardavano o trattamenti di favore in alcune occasioni al punto che anche alcuni poliziotti di Varese e Como sono finiti a giudizio per aver ceduto alle profferte dei Sozzi.

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Pubblicato il 09 Febbraio 2015
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