Giornata del ricordo, “Tardivo riconoscimento di una tragedia tutta italiana”

Sono queste le parole che il prefetto Giorgio Zanzi ha scelto per commemorare la strage delle foibe e l’esodo giuliano dalmata. Una grande partecipazione ma che non ha visto realizzarsi la previsione di un massiccio arrivo di esponenti dell’estrema destra

Ricordare le vittime delle foibe e la vicenda degli esuli istriani e dalmati è una tradizione bustocca da ben prima che diventasse un obbligo di legge, 10 anni fa (la data presceltà è il 10 febbraio). E così, come ogni anno, Borsano si è fermata per ricordare quel capitolo della storia d’Italia che ha portato nel rione San Biagio una nutrita comunità di esuli. «Si era formato un quartiere nel quartiere» spiega il sindaco Gigi Farioli al termine del corteo che ha portato decine di persone davanti ai palazzi costruiti per accogliere «quelle persone dai cognomi strani, ma che oggi sono diventati bustocchi a tutti gli effetti». E’ proprio ai piedi della statua in ricordo di Don Emerigo Ceci -il parroco che aveva aiutato la comunità di esuli a ricostruisi una vita a Busto- che la città ha commemorato chi «è scappato in cerca di una patria nuova e qui l’ha trovata». 
Quest’anno, tra l’altro, ha preso parte alla celebrezione anche il prefetto di Varese, Giorgio Zanzi, «come riconoscimento morale per chi ha perso tutto». L’auspicio del rappresentante del governo è che il tardivo riconoscimento di «questa storia tutta italiana possa cercare di lenire quella irriconoscenza che solo il tempo ha restituito». A deporre sulle note dell’Inno di Mameli una mazzo di fiori in quel luogo sono stati, oltre a sindaco e prefetto, i consiglieri comunali Sablich e Lattuada e la senatrice Laura Bignami. 

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Il giorno del ricordo a Busto 4 di 16

Nonostante i timori dei giorni scorsi, la commemorazione si è svolta senza alcun tipo di interferenza. L’allarme lanciato dall’osservatorio sulle nuove destre che paventava un possibile raduno di esponenti dell’estrema destra locale in concomitanza con l’evento non ha infatti avuto particolare riscontro. All’appuntamento lanciato dall’associazione "Ardito Borgo" hanno risposto solo una ventina di militanti, molti dei quali riconducibili all’associazione stessa, con una presenza decisamente discreta: nessun simbolo o striscione riferito all’associazione, solo numerose bandiere tricolore e gli stendardi di Istria e Dalmazia.

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Pubblicato il 09 Febbraio 2014
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