Il documento di programma della nuova giunta

Ecco integralmente il documento che il sindaco Farioli ha presentato al Consiglio Comunale. Quello che aspetta i cittadini nei prossimi 2 anni e mezzo è scritto qui.

Ciò che metterà in campo la nuova giunta di Busto Arsizio da qui alla fine della legislatura è raccolto nelle parole di questo documento programmatico. Il sindaco Farioli lo aveva già presentato alla stampa e ora viene diffuso nella formulazione che è stata consegnata a tutti i consiglieri comunali nella seduta del 17 gennaio. Se sarà accolta la richiesta delle opposizioni, comunque, a questo documento se ne affiancherà un altro che conterrà le affermazioni del sindaco pronunciate durante la presentazione dello stesso. Ed è proprio sulla base di tutto questo che si svilupperà la discussione della prossima seduta, il 31 gennaio.

"Le condizioni di contesto istituzionale, economico, finanziario, e, perché no?!, politico, pur non giustificando uno stravolgimento delle prospettive strategiche di mandato, impongono a chiunque non voglia limitare il proprio impegno amministrativo ad una semplice gestione del quotidiano, l’ incessante necessità di adeguare modalità, priorità ed organizzazione a mutati e mutevoli contesti. È proprio per questo che, a partire dall’agosto 2012 decidemmo di lanciare una sfida alle forze consiliari della città, alle realtà economiche ed associative dell’intero territorio affinché il gravissimo contesto di crisi internazionale non si trasformasse in una grave, pesante ed ingiusta penalizzazione della città di Busto, del suo comprensorio, dei suoi cittadini e delle sue imprese. Pur non sempre con quella armonia ed univocità che era nelle corde dei miei auspici, tutto ciò si è tradotto nel corso dell’ultima parte del 2012 e per tutto il 2013 in uno sforzo ambizioso, giudicato da qualcuno velleitario, ma rivelatosi alla prova dei fatti vincente di perseguire l’importante obiettivo di mantenere per Busto Arsizio la più bassa pressione tributaria della provincia. È stato centrato l’obiettivo. Anzi, pur in un contesto che definire kafkiano, confuso e contraddittorio è persino eufemistico il divario con gli altri centri è addirittura cresciuto se non raddoppiatosi. In più, l’intelligente e nella maggior parte dei casi obiettiva azione di tutte le forze politiche, fossero o siano di maggioranza o di opposizione ha inoltre consentito di raggiungere, altri due importanti obiettivi: l’istituzione di un tavolo permanente per lo sviluppo del territorio con al centro i temi del lavoro e dell’economia e l’approvazione con susseguente efficacia del Piano di Governo del Territorio. In più, grazie al coinvolgimento di tutte le forze consiliari e di molti soggetti economici e culturali la nostra città ha saputo animare un approfondito dibattito assumendo conseguentemente importanti determinazioni in merito alla riorganizzazione istituzionale ed alla razionalizzazione di tutto il sistema delle partecipazioni societarie, siano esse di carattere locale e o sovra comunale. L’inizio del 2014 è unanimemente considerato dagli operatori economici e sociali come lo spartiacque tra le non sempre felici dinamiche del rigore e le auspicate e auspicabili dinamiche della crescita e dello sviluppo. È prevalentemente per questo motivo che, a partire dagli ottimi riscontri sanciti dall’approvazione del bilancio preventivo 2013 e, sulla base delle considerazioni dell’ampio dibattito consiliare che ne ha accompagnato l’approvazione, ho ritenuto chiuso un ciclo, come comunicato in sala consiliare sia nella replica al dibattito medesimo, sia nelle comunicazioni del Consiglio Comunale del 9 Gennaio ultimo scorso. Ed ecco perciò il motivo per cui ci presentiamo oggi con un ulteriore rilancio che faccia tesoro degli obiettivi raggiunti, delle difficoltà incontrate, delle nuove difficoltà/opportunità di contesto e dei suggerimenti ed indirizzi raccolti. E insieme con questi una coerente ed unitaria governance pubblica con cui tentare di vincere la nuova sfida.

Il documento proposto nell’Agosto 2012 sottolineava la condivisa necessità di sottoporre all’attenzione di tutti un’agenda di priorità tesa a garantire a Busto Arsizio gli ambiziosi ma non velleitari obiettivi di una città che non ha mai accettato né vuole farlo ora di essere il terminale periferico di scelte centraliste né sopratutto attore inerte di fronte al sentimento sempre più diffuso di una disperante negatività fatta di declino, sfiducia e pessimismo. Sfiducia nel presente, nella capacità di scommettere sul cambiamento, sfiducia nelle istituzioni, nella politica e soprattutto in chi continua a praticarla e a ritenerla, insieme con la democrazia, il miglior metodo per servire il bene comune e governare le complessità. Essendo convinzione del sottoscritto che non ci si può limitare alla protesta, ma sopratutto che non si debba sempre rincorrere la facile tentazione di identificare fuori e lontano da noi colpe e responsabilità, abbiamo cercato, anche a costo di errori e di improvvise accelerazioni, di tenere il passo delle domande sempre più forti di riforma, di liberazione, da parte della società civile rispetto a una burocrazia politica politicante spesso troppo opprimente. E conseguentemente, promuovendo una partecipata e condivisa proposta di sussidiarietà praticata, non ci siamo mai stancati di alimentare, anche grazie alla straordinaria ricchezza in termini associativi della nostra città, di seminare grani di fiducia e di speranza. In tutto ciò convinti che, nel nostro ruolo e con le nostre responsabilità non dobbiamo mai stancarci di chiedere a noi stessi di fare per primi esercizio e testimonianza di speranza e di fiducia nel futuro. Non possiamo infatti chiedere ad altri, siano essi il governo centrale, già per altro di per sé schiavo di incertezze e confusione, piuttosto che a un’ Europa, che così non ci piace ma alla cui costruzione non possiamo fare a meno di credere se per primi ci limitiamo a restare prigionieri del quotidiano, del particolare, dell’autoreferenzialità o peggio di un fatale nichilismo. Diceva Eraclito: «se qualcuno non spera, non potrà mai trovare ciò che appare insperabile». Tutto ciò è certamente difficile da trovare, impervio da perseguire. Ma è anche l’unico modo in cui, ove riporre l’unico possibile senso a giustificazione del mio personale e del nostro collettivo continuare questa esperienza al servizio della Città. Di seguito vado dunque a sunteggiare alcuni obiettivi e coerenti percorsi che costituiscono la stella polare del lavoro politico, istituzionale ed amministrativo che ci troviamo di fronte per gli anni a venire. Con i piedi ben ancorati al suolo e nel presente, ma con lo sguardo prospettico sopra le nuvole e orientato ad un orizzonte culturale che, passando attraverso Expo ed oltre Expo, ci consenta un ruolo centrale verso Horizon 20 20. L’occasione offertaci nel 2014 dalla ricorrenza del centocinquantesimo anniversario dell’ elevazione a Città ci invita a riflettere su ciò che è oggi Busto all’alba del nuovo millennio, sulle proposte, promozioni e servizi da fare all’intero territorio.

La governance unica presentata nel consiglio del 9 Gennaio ed articolata in sette dipartimenti si accompagna, ed insieme ne è figlia, alla impostazione politica e culturale del documento programmatico. Innanzitutto, facendo propri gli indirizzi e i consigli del pluriennale dibattito consiliare, alleggerisce e facilita l’azione strategica ed insieme amministrativa di indirizzo e di controllo dell’ente locale. Oltretutto costituisce elemento di trasparente misurabilità del progressivo raggiungimento degli obiettivi di strategia e di gestione consentendo una ottimale razionalizzazione dei centri decisionali, di quelli di spesa e il superamento di molte “empasse” endoprocedimentali. Tutto ciò, accompagnato dalla massima responsabilizzazione dell’amministratore unico, e per certi versi straordinario, di tutta la galassia Agesp, consente un più dinamico ed efficace perseguimento degli obiettivi degli atti di indirizzo consiliare. Come è noto, il processo si propone, nel rafforzamento del ruolo di regia e responsabilizzazione dell’ente locale, la ridefinizione complessiva dei servizi pubblici locali e sovra comunali, valorizzando patrimoni e professionalità che sfoceranno in un’unica società e nella ridefinizione della modalità di erogazione di molti servizi. Fondamentale e prioritario è il tema dell’incentivazione all’occupazione, nella consapevolezza che ciò nasce dall’impresa e non dalle legislazioni o dall’assistenzialismo. L’essersi costituiti come stazione privilegiata di interlocuzione per le risorse regionali ed europee pubbliche e private ne costituisce solo una precondizione che va però di pari passo con la ormai ineludibile necessità di snellire, sburocratizzare e semplificare la vita dei cittadini, famiglie, e soprattutto, di chi abbia ancora entusiasmo di investire offrendo lavoro. Entro il primo giugno del 2014, nessun assessore, dirigente, impiegato, ufficio né del comune di Busto né del sistema di partecipazione potrà fare richiesta a cittadini, professionisti, o imprese di alcuna documentazione che già sia in possesso della pubblica amministrazione. Ogni deroga sarà adeguatamente sanzionata. Se è vero che ciò è già apparentemente previsto dalle norme è palesemente contrario a ciò che ciascuno di noi sperimenta quotidianamente. Per raggiungere tale obiettivo, già dalla giornata di mercoledì 14 gennaio l’intero corpo dirigenziale del comune e del sistema delle partecipate Agesp ha ricevuto, dopo ampio dibattito, un cogente atto di indirizzo ad attivarsi per una adeguata, propedeutica e conseguente azione di supporto. Ciò evidentemente comporta idonea accelerazione nella informatizzazione e nelle sue compatibilità, ma sopratutto necessita di una decisa assunzione di responsabilità e mutazione di “forma mentis”. In più ciò non potrà non accompagnarsi ad una riorganizzazione degli uffici e dei loro comportamenti con decisa ridefinizione dell’attenzione alle fasi di un più efficiente controllo ex post rispetto all’attuale organizzazione che tende a privilegiare un difficile, confuso, burocratico, spesso contradditorio momento di verifica preventiva dei requisiti richiesti. L’attuazione del Piano di Governo del Territorio, in linea con gli obiettivi più volte enunciati, si svilupperà prioritariamente su tre ambiziosi obiettivi: a) la progettazione e l’attivazione delle aree di trasformazione con trasparente ricorso a partecipate attrazioni di capitali e progettualità private, pubbliche e sovracomunali; b) Un forte incentivo alla riqualificazione ambientale ed energetica dell’abitato che, insieme con le opportunità del PGT, definisca protocolli e sinergie con il mondo del credito e della finanza per rilanciare il comparto economico dell’edilizia, dell’indotto, e della cultura della casa; c) un deciso e innovativo housing sociale. L’energia e l’ambiente, come si può ben arguire dalla creazione di un nuovo dipartimento, costituiscono un deciso fattore di crescita, di incentivo, di sviluppo ed insieme di miglioramento della qualità della vita, alle piccole medie imprese, alla tutela del Made in Italy, alla lotta alla contraffazione partendo da format simili a quello del PoloTexport e del Dress care. Elementi essenziali e contestuali sono anche quelli del piano d’ azione del Patto dei Sindaci, essenziale ma non esaustivo, delle programmazioni di area vasta.

Cosi come importanti sperimentazioni locali e di area vasta saranno costituti dalle attività di cui il comune si è già reso promotore, quale a titolo d’esempio, la smart community foundation e la moneta complementare. Tutto questo non potrà prescindere dalla solita ma ri-declinata eccellenza nel mondo della educazione, della cultura, della università e degli istituti superiori e ad un moderno concetto di sicurezza urbana integrati. Come sottolineano i più attenti lettori delle dinamiche economiche e sociali, è il momento di valorizzare le specificità della nostra area, non più solo per il loro dna di volontà individuale, laboriosità e capacità di confrontarsi col nuovo, ma, sopratutto di rendersi protagonisti di una competizione per cui o si fa rete o si è destinati a non essere competitivi.

Fare sistema oggi è un piacere sperimentato, una cultura da sedimentare, una necessità per recuperare il meglio delle nostre tradizioni affrontando le sfide della contemporaneità.

Fare rete e sistema.

Partendo da questa visione siamo chiamati tutti alla prova dei fatti, insieme ce la faremo.

Il Sindaco

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Pubblicato il 18 Gennaio 2014
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