Il futuro di Accam nei sogni di associazioni e movimenti

La discussione sul revamping porta alla carica chi da sempre si batte contro l’incenerimento dei rifiuti immaginando un domani diverso e innovativo nella loro gestione

Per le associazioni ambientaliste, molti movimenti e qualche partito quell’impianto dovrebbe essere spento già da tempo. La discussione sul revamping di Accam e sulla serie di criticità che comporta ha fatto tornare alla carica i comitati che chiedono un diverso modello per lo smaltimento dei rifiuti. Legambiente, Comitato Rifiuti Zero, SEL e Movimento 5 stelle sono stati i più intraprendenti in questa fase nel proporre le loro idee. 
I primi a muovere timidi passi verso una soluzione condivisa con Accam sono stati i vertici di Legambiente che sono arrivati addirittura a sedersi attorno ad un tavolo con i responsabili dell’inceneritore. La volontà di una strategia ambientale condivisa, però, non inficia la netta contrarietà alla combustione dei rifiuti così come viene effettuata oggi auspicando un sistema di trattamento diverso: biogas e "fabbrica di materiali" è la proposta che arriva dal Cigno Verde
Sinistra Ecologia e Libertà, invece, si pone nettamente di traverso all’idea di continuare nell’avventura di Accam. Contestando i costi che potrebbe avere l’operazione SEL spinge per avviare una raccolta differenziata ancora più efficiente da accompagnare ad una impiantistica di valorizzazione del materiale riciclato per un suo riuso nel mercato delle materie prime secondarie
Anche il Movimento 5 Stelle sta portando avanti la sua battaglia anche attraverso una raccolta di firme per chiedere che si ripensi al sistema di smaltimento di rifiuti. Quello che da sempre vorrebbero i pentastellati è un centro di riciclo simile a quello operativo a Vedelago ma il primo ad aver portato quell’esempio a Busto è stato l’ex consigliere Antonio Corrado. Oggi, vedendo la serie di perplessità nate attorno al revamping della struttura attualmente esistende Corrado torna alla carica scrivendo un post suo blog. "Ecco che la soluzione che il sottoscritto propose nel 2009 -scrive l’ex consigliere comunale- un centro riciclo e smistamento di rifiuti differenziati e tra l’altro reinseribili nel mercato produttivo come materia prima, torna attualissimo" elencando tutti i vantaggi di questa scelta: "I costi di ristrutturazione scenderebbero a pochi milioni di euro, il personale resterebbe in attività e si passerebbe, finalmente, alla civiltà del riciclo e riuso, dimenticando il medievale metodo dell’incenerimento".

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 12 Febbraio 2014
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