Impiegata trasferita. Operai della Mizar in mobilitazione

Bloccato il Sempione e domani una delegazione partirà alla volta di Bergamo dove ha sede il gruppo proprietario dell'azienda

Si è presentata ai cancelli della ditta nella quale lavora da quattordici anni ed è stata fermata all’ingresso. Precisi ordini dall’alto hanno spiegato in portineria. «Da oggi lei è impiegata a Bergamo». È successo a Laila Contarin, una dipendente della Mizar, la ditta di Busto Arsizio che produce tessuti indemagliabili, dove è partita la protesta di tutti gli operai che da ieri manifestano la loro solidarietà alla collega e le preoccupazioni per il futuro dei loro posti di lavoro. Anche oggi hanno presidiato i cancelli e nel primo pomeriggio hanno bloccato per qualche minuto il traffico lungo la statale del Sempione, dove si trova lo stabilimento. Domani invece una delegazione partirà con un pullman alla volta di Cene, in provincia di Bergamo dove ha sede la Sitip, il gruppo del quale la Mizar rappresenta una divisione. E la mobilitazione non finirà fino a quando dall’azienda non arriveranno notizie confortanti.
Ma andiamo per ordine. Quindici giorni fa Laila Contarin, cinquant’anni quest’anno, una famiglia con due figli, riceve una lettera dall’azienda che le annuncia il trasferimento a Bergamo. Una decisione, che seppure inquadrata nel contesto della riorganizzazione aziendale da tempo in atto, giunge inaspettata. Il trenta luglio infatti è stato chiuso con i sindacati un accordo sulla mobilità che riguardava venti posti. Il suo nome non figura sulla lista. La Contarin insieme a tanti colleghi infatti già a suo tempo aveva comunicato la sua impossibilità al trasferimento. E così all’arrivo della lettera si rivolge ai sindacati che dopo avere incontrato, senza alcun risultato, i dirigenti aziendali, hanno promosso la mobilitazione che vede impegnate le Rsu (rappresentanze sindacali unitarie) e tutte le sigle sindacali presenti nella ditta, la Femca Cisl, la Filtea Cgil, Sin Cobas e Slai Cobas. Prima un’ora di sciopero per turno e da ieri l’astensione totale dal lavoro alla quale, secondo i dati delle organizzazione sindacali, hanno aderito tutti i centottantadue dipendenti.
«Sin dall’inizio avevo spiegato che per impegni familiari mi era impossibile spostarmi tutti i giorni e affrontare un viaggio di un’ora e mezza, dunque ho rifiutato il trasferimento anche perché qui il lavoro c’è – spiega Laila Contarin – nel tempo mi sono anche adeguata alle diverse mansioni attribuitemi, mi sono trasformata a seconda delle richieste, quindi questa scelta mi pare un puntiglio dell’azienda». Un processo distruttivo a costo zero, così lo definisce l’impiegata che in passato ha anche fatto parte delle Rsu. La paura di tutti i dipendenti è infatti che domani possa toccare anche a loro.
Ad inquadrare la situazione della Mizar sono i sndacalisti Pietro Apadula della Femca Cisl e Antonio Ciraci della Filtea Cgil, che spiegano il processo di riorganizzazione in corso da quando è stata la fusione con il gruppo bergamasco. L’ultimo atto riguarda appunto il trasferimento del settore amministrativo a Cene. A questo proposito era stato siglato l’accordo fra le parti che aveva raggiunto il numero della mobilità richiesto dalla direzione. «Nonostante questo è arrivata la decisione presa in maniera del tutto univoca che ha scavalcato di fatto gli accordi e – aggiungono i sindacalisti – che ci ha portato qui a difendere i diritti sindacali e il rispetto degli accordi presi».
I sindacati hanno inoltre sollecitato con una lettera il prefetto per promuovere un incontro con la dirigenza e allo stesso scopo oggi Laila Contarin, le Rsu e le organizzazioni sindacali sono stati ricevuti dal sindaco Luigi Rosa che si è impegnato a promuovere un incontro fra le parti. All’incontro era presente anche il capogruppo di Rifondazione Comunista Antonio Corrado, che insieme ad altri militanti e al segretario provinciale del partito Giovanni Bonometti, hanno partecipato in giornata al presidio dei lavoratori.


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Pubblicato il 02 Ottobre 2002
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