Ius soli e dignità delle persone protagonisti alla scuola della legalità

Si è svolto nella mattina di sabato 15 l'incontro sull'immigrazione organizzato dai Giovani Democratici all'interno de “La scuola di legalità”

«La percezione tra la gente è di una presenza di immigrati in Italia pari al 23%, i dati reali ci dicono che la percentuale si aggira intorno all’8%». Così Stefano Catone, Segretario del PD di Solbiate Olona, in apertura della Scuola di Legalità organizzata dai Giovani Democratici del Bustese e che vede nel primo incontro sull’immigrazione la presenza di Filippo Cardaci, Responsabile Acli Varese, Peppe Monetti de “La casa della carità” di Milano, e Stefano Bianchi del Progetto Diogene – Casa della carità.

«Gli asini devono volare: è praticamente assimilabile a questo la norma sull’immigrazione – afferma Filippo Cardaci aggiungendo – chi nasce in Italia è cittadino italiano: una norma semplice che non porta alla distorsione delle donne incinta che approdano in Italia per partorire. Anche accadesse io sarei onorato se una madre sceglie l’Italia per far nascere il proprio figlio in un Paese migliore. Invece di andare avanti con sanatorie continue, che sono comunque cicliche, lo Ius soli permette di costruire una famiglia con i minori non dovrebbero comunque mai essere irregolari in Italia».
In conclusione Cardaci lancia una proposta: «Bisogna spostare le competenze sui rinnovi dei permessi di soggiorno dalle Questure ai Comuni di residenza. Non deve essere un problema di sicurezza la presenza di immigrati sul nostro territorio, anche se sicuramente andrebbero rafforzate le risorse dei singoli comuni».

«Per me immigrazione sono le persone con il loro nome e cognome: non un pericolo, ma un arricchimento – afferma Peppe Monetti de “La casa della carità di Milano” che accoglie circa 130 persone tra bisognosi ed immigrati ma che vuole essere un vero e proprio – luogo di confronto con i cittadini italiani. Ancora prima dello Ius soli dobbiamo ridare dignità alle persone» afferma Monetti raccontando di essere andato nei Paesi di origine di chi viene in Italia. Perché uno dal Senegal decide di venire in Italia a vendere il braccialettino o la sciarpetta sulle spiagge? Perché con quello che guadagna fa vivere quattro persone nel proprio Paese. Ci sono poi sicuramente i delinquenti che sfruttano queste aree di marginalità – conclude il referente della Casa della carità – ma il vero aiuto che cerchiamo di dare sta nella prossimità e la vicinanza reale alla persona. Non bisogna dargli l’euro per strada, dobbiamo invece essere in grado di creare un percorso di accompagnamento alla denuncia di chi viene sfruttato».

Dopo l’incontro svoltosi questa mattina nello spazio del Borgorino, in via Sant’Anna a Cassano Magnago, L’appuntamento seguente è stato alle 16 dove è stato affrontato il problema delle infiltrazioni mafiose con il prof. Nando Dalla Chiesa, il Presidente della Commissione regionale Antimafia Gianni Girelli ed il già Sindaco di Bollate Carlo Stelluti.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 15 Giugno 2013
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