La “nuova” sala Zappellini segna la rinascita della biblioteca

Una rivoluzione per la biblioteca cittadina che è stata dedicata al suo fondatore, Giambattista Roggia, e che dopo tanti anni si allarga. E’ infatti finalmente inaugurata la sala Zappellini, dedicata a Piero Monaco

Margherita si ricorda ancora quei pomeriggi da bambina in cui aiutava il padre a spostare enormi scatoloni pieni di libri. «Io sbuffavo, ma solo pochi anni dopo ho capito l’importanza del progetto che aveva mio padre», racconta oggi davanti al drappo tricolore che nasconde il nome di Giambattista Roggia. E’ infatti a lui, l’uomo che ha fondato la prima biblioteca civica di Busto Arsizio, che da lunedì 23 giugno è dedicato il polo bibliotecario cittadino. «Era un grande stanzone, nulla in confronto a quello che oggi rappresenta questo edificio» ricorda Margherita Roggia prima di citare quello che sempre ripeteva il padre: «Non ho fatto nulla di straordinario, ho solo fatto il mio dovere». «La sua era una grandissima passione per la lettura e la cultura -spiega il sindaco Gigi Farioli- che oggi vogliamo continuare ad onorare». Farioli, che conosceva Roggia, ha ancora in mente quella frase che "il Professore" ripeteva a tutti i giovani che non avevano un posto in cui studiare: «Andate in biblioteca».

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Sala Zappellini, la nuova biblioteca di Busto 4 di 18

Un insegnamento che nel tempo è stato appreso da generazioni di studenti al punto che oggi il grande palazzo della biblioteca civica non è più in grado di ospitare tutti i ragazzi che quotidianamente si recano lì. «Proprio questa passione per i giovani che non avevano un posto in cui stare ci ha portato ad inaugurare sempre oggi la nuova ala della biblioteca, la Sala Zappellini», spiega Farioli. Un locale ampio e moderno, con numerosi banchi per la lettura e lo studio, un soppalco e migliaia di libri esposti a scaffale aperto che portano l’intera superficie del polo culturale bustocco a sfondare quota 2.200 metri quadri. 

Una sala che è stata dedicata a Piero Monaco «un grande imprenditore attento alla socialità e alla cultura», lo descrive Gigi Farioli. Monaco nel 1963 ha infatti creato «una fondazione culturale mettendo a disposizione il proprio patrimonio -spiega l’attuale presidente, Luigi Venzaghi- convinto che la cultura fosse il vero ascensore sociale» e, non a caso, negli anni questa realtà ha distribuito contributi per oltre 2 milioni di euro. Da oggi, dunque, questa sala «un eterno ringraziamento alle sue opere» e che rappresenterà anche una grande svolta tecnologica nel mondo bibliotecario con la prima biblioteca nella quale ogni utente potrà prendere in prestito i libri in totale autonomia. 

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Pubblicato il 23 Giugno 2014
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