La perizia del medico legale: Laura Prati morta per gli spari

Secondo la consulente del pm Nadia Calcaterra ci sarebbe il nesso di causalità tra le ferite da sparo, la rottura dell'aneurisma e la morte della sindaca di Cardano al Campo, avvenuta dopo tre settimane di agonia

Tra il colpo di pistola che l’ha ferita e l’aneurisma che non le ha lasciato scampo ci sarebbe un nesso causale, perlomeno non lo esclude Maria Luisa Pennuto il medico legale incaricato dal sostituto procuratore Nadia Calcaterra che ha consegnato i risultati della perizia sulla causa della morte di Laura Prati, il sindaco di Cardano al Campo ferita dai colpi di pistola sparati da Giuseppe Pegoraro il 2 luglio del 2013. L’uomo, ex-agente di Polizia Locale con sentimenti di astio verso l’amministrazione, si presentò armato fino ai denti nell’ufficio del primo cittadino e cominciò a sparare colpendo la sindaca e il suo vice Costantino Iametti. Entrambi riportarono ferite gravissime e per l’intero mese di luglio la loro situazione clinica tenne col fiato sospeso tutta Italia. Pegoraro venne arrestato poco dopo la sparatoria non senza un’azione spettacolare ed eclatante con l’irruzione in una sede sindacale poco distante. Iametti si è ripreso mentre Laura Prati è morta, dopo l’aggravamento dell’aneurisma cerebrale, il 22 luglio.

«La morte di Laura Prati è dovuta ad una emorragia subaracnoidea massiva da rottura della pica, originata dalla dissecazione dell’arteria vertebrale imputabile all’azione traumatica dei proiettili»  si legge nella relazione. In sostanza i colpi di pistola sparati da Giuseppe Pegoraro sono la causa del conseguente aneurisma cerebrale che l’ha portata alla morte. Secondo l’anamopatologa che ha redatto la relazione, il prolungato stress al quale è stata sottoposta la Prati avrebbe favorito la rottura dell’aneurisma. Nulla lascia pensare al medico legale che vi fosse una predisposizione congenita precedente perchè si potesse formare l’aneurisma. Il magistrato dovrà ora approfondire le carte, concludere le indagini e decidere con quali capi d’accusa formulare la richiesta di rinvio a giudizio. Pegoraro, alla luce dei primi risultati della perizia, rischia l’accusa più grave.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 25 Febbraio 2014
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