La Polizia identifica i senza tetto dell’ospedale
Intervento nella notte tra giovedì e venerdì da parte degli agenti del commissariato nella struttura sanitaria. Trovati in varie zone 8 clochard, quasi tutti italiani, che dormivano al riparo dal freddo. Per loro è scattata, comunque, una denuncia
La questione dei clochard di Busto Arsizio torna sotto i riflettori. Questa notte (tra giovedì e venerdì) le pattuglie del Commissariato della Polizia di Stato di Busto Arsizio, coadiuvate dai colleghi del Reparto Prevenzione Crimine di Milano e in collaborazione con la Polizia Locale, hanno effettuato un approfondito controllo all’interno dell’ospedale cittadino dove da qualche tempo si segnala la presenza di senza tetto che utilizzano varie zone della struttura per ripararsi dal freddo, in particolare nelle ore notturne.
Lo scopo del servizio era quello di “censire” le persone che, pur non essendo ricoverate e non avendo comunque validi motivi per stazionare nella struttura, ne occupano stanze e corridoi, come evidenziato anche nella nostra inchiesta. Al termine dei controlli i poliziotti hanno identificato e condotto in Commissariato per accertamenti otto uomini, trovati in diverse aree dell’ospedale e precisamente in un androne sulle scale della palazzina di Ostetricia, Ginecologia e Pediatria, in un vano sotto il Pronto Soccorso nelle vicinanze di alcuni distributori automatici di bevande e snack, all’interno del laboratorio di analisi e in un seminterrato della “Palazzina Pozzi”. Sei di questi sono italiani mentre gli altri due sono un cittadino ivoriano ed un macedone, risultati in regola rispetto alle norme sul soggiorno. Per due delle persone identificate, con precedenti di polizia e residenze in città diverse da Busto Arsizio, il Questore di Varese ha immediatamente disposto la misura di prevenzione del foglio di via obbligatorio ed il divieto di ritornare a Busto Arsizio per tre anni.
Per tutti e otto, inoltre, il Commissariato ha inoltrato alla Procura della Repubblica una denuncia per invasione di un edificio pubblico. Poiché tale reato richiede che l’occupazione avvenga arbitrariamente, la Polizia si è riservata di ricostruire modalità e vie di accesso utilizzate dagli indagati per introdursi nella struttura.
Si ripropone, dunque, la questione dei senza tetto di Busto Arsizio che non hanno un luogo dove potersi riparare d’inverno. Certamente l’ospedale non appare la struttura più idonea e la loro presenza era stata, fino ad oggi, in qualche modo tollerata. La città, attarverso l’associazionismo, ha saputo dare risposte concrete con la rete Vo.La.Re. e la disposnibilità dei Lions di finanziare un progetto per un dormitorio ma dal punto di vista politico e amministrativo non ha ancora chiuso la partita con Rete Ferroviaria Italiana per aprire uno spazio nell’ex-scalo merci. Appare piuttosto strano anche l’atteggiamento di Rfi che preferisce non risolvere il problema, con la conseguenza che queste persone occupano la sala d’aspetto della stazione (ormai inutilizzabile per i viaggiatori, ndr) pur avendo una soluzione a portata di mano.
Leggi anche "Busto e i senza tetto, una storia infinita"
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