Neonata annegata nel water, fermata la madre

Al settimo mese di gravidanza una 21enne avrebbe provocato la nascita prematura della propria bimba, lasciandola annegare nel water. Fermata per omicidio, forse stava per fuggire all'estero

Una storia terribile, quella portata alla luce dai carabinieri di Busto Arsizio, che hanno fermato una 21enne per l’omicidio della figlia appena nata, ritrovata annegata nel water di casa.
L’nfanticidio è stato ricostruito dopo che la donna (alla seconda gravidanza) aveva denunciato un aborto spontaneo: la notte del 25 aprile scorso quando la ragazza cittadina albanese – che vive con il compagno – ha chiamato il 118, per quello che in un primo momento pareva essere un aborto spontaneo in atto. I soccorritori hanno trovato la bimba all’interno del water, coperta dall’acqua.
Alcune incongruenze emerse già sul momento hanno fatto sorgere dubbi circa le modalità con cui si era svolta la vicenda. La gravidanza era già al settimo mese e la donna aveva raccontato di aver appreso solo pochi giorni prima di essere in stato interessante, credendo che la gestazione fosse solo alle prime settimane; nella notte del 25 aprile – sempre secondo il racconto della ragazza – avrebbe accusato un forte ed improvviso dolore addominale, durato pochi minuti, a seguito del quale sarebbe avvenuta la nascita prematura della bambina. I carabinieri del nucleo operativo e radiomobile guidati dal tenente Marco Tubiolo e coordinati dal Sostituto Procuratore della Repubblica Dottoressa Francesca Parola hanno avviato un’approfondita indagine, condotta con la stretta collaborazione del medico legale dottoressa Maria Luisa Pennuto. Sono state ascoltati numerosi testimoni ed intercettate decine di comunicazioni telefoniche. Dall’autopsia sul corpo è emersa la certezza che la bimba è stata partorita alla trentesima settimana di gestazione, era viva e con una possibile aspettativa di vita, ma è morta per annegamento e forse anche per alcune lesioni craniche:  da qui l’accusa di omicidio.
L’ipotesi investigativa attualmente al vaglio degli inquirenti è che la donna abbia assunto un farmaco in grado di provocare delle forti contrazioni uterine con conseguente espulsione del feto, anche in uno stato avanzato della gravidanza. Gli interrogatori svolti in questi giorni avevano peraltro allarmato la giovane donna che – secondo gli elementi raccolti dagli investigatori – stava organizzando una fuga in Albania. A questo punto è scattato il tempestivo provvedimento di fermo di indiziato di delitto, disposto dal P.M. per impedire la fuga: ora la giovane si trova presso la sezione femminile del carcere di Monza dove nei prossimi giorni sarà interrogata dal Giudice per le indagini preliminari. Continuano le indagini dei carabinieri e della procura per portare alla luce tutti gli aspetti della vicenda ed individuare eventuali altri soggetti coinvolti.

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Pubblicato il 18 Maggio 2014
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