“Non mentite sui dati: la fabbrica dei materiali è lo scenario migliore”

I comitati ambientali criticano i dati contenuti nelle relazioni di Accam sulle percentuali di selezione degli scenari e spiegano: “Con i dati reali tutti gli scenari svoltano a favore della fabbrica dei materiali"

Rievocano la storia della discarica di Buscate per paventare il rischio che la storia si stia ripetendo: I dati sono sbagliati -dicono i comitati- e piegati a favore del revamping dell’inceneritore.
E’ questo, in estrema sintesi, il contenuto della lettera inviata a tutte le istituzioni che entro il 22 dicembre dovranno decidere il futuro dell’impianto di Borsano.
I comitati provano così a spiegare le loro ragioni che porterebbero tutto lo scenario cambia a favore della Fabbrica dei Materiali. Ecco la lettera integrale.

23 anni fa, ai tempi in cui si voleva realizzare una discarica a Buscate ( a meno di un Km dall’inceneritore ACCAM) il ritornello che sentivamo era che la raccolta differenziata non poteva superare, il 5%, magari il 10%, i più arditi con un sorriso di compatimento si spingevano al 15 %.
A nulla valeva spiegare che i numeri reali di chi all’estero aveva imboccato questa strada erano ben altri. Morale, dovevamo rassegnarci ad accettare la discarica. 
Ci pensarono poi i fatti a dimostrare che la realtà era diversa. Qualche comune iniziò la raccolta differenziata porta a porta e già nei primi mesi si superò il 50%. Oggi siamo al 65% ma, come ci insegnano le situazioni più virtuose, le possibilità sono ben altre. In provincia di Treviso, dove gli abitanti coinvolti sono più o meno quelli di ACCAM, si arriva a medie dell’85% con punte che superano il 90%.
Perciò anche noi abbiamo molti margini di miglioramento e l’adozione della tariffa puntuale potrebbe nel giro di poco tempo aumentare l’attuale percentuale di un buon 15%. Se poi non avessimo un inceneritore da alimentare le percentuali sarebbero ancora maggiori come dimostra Treviso Città (80.000 abitanti) passata in pochi mesi dal 53 al 86% di raccolta differenziata.
Ci è tornata in mente questo ritornello del “15 per cento” perché ci sembra che questa percentuale sia tornata in auge nelle presentazioni fatte nelle sorse settimane ai comuni, inserita come massima percentuale di recupero dal trattamento del rifiuto residuo nella Fabbrica dei Materiali.
Se Il dato fosse veramente questo non avrebbe senso parlare di Fabbrica di Materiali. Quel numero ci ricorda piuttosto il dato degli impianti di preselezione funzionali all’incenerimento (produzione di combustibile da rifiuto CDR/CSS). Ma evidentemente stiamo parlando d’altro.
A noi risulta che il dato sia ben diverso. Se volessimo fare un’ipotesi conservativa considerando i sistemi più evoluti oggi sulla piazza e quelli in via di realizzazione si dovrebbe parlare almeno di un buon 40% di recupero. Per poter effettuare una stima credibile, comunque, necessita disporre di dati merceologici ovvero della attuale composizione del rifiuto residuo su cui poter valutare i margini di miglioramento della raccolta differenziata e, quindi, quello che andrebbe a trattamento nella “Fabbrica dei materiali”. E’ stato tenuto in considerazione?
Ma c’è un altro dato che non è stato tenuto in considerazione: la diminuzione del peso dovuta all’evaporazione dell’umidità presente tra i materiali e alla eventuale degradazione della sostanza organica negli impianti dove si abbina una fase di stabilizzazione dei sottovagli (il sottovaglio è l’organico sporco ancora contenuto nel rifiuto residuo). Questo calo all’impianto che abbiamo visitato ad Este è valutabile a un 7% per sola evaporazione (e ad Este non c’è la stabilizzazione dei sottovagli se ci fosse la percentuale sarebbe maggiore). Ciò diminuisce ulteriormente la quantità di materiale residuo da inviare a smaltimento. E già così ci avvicineremmo a un 50% come stimano altre iniziative in Italia. 
Ma rimaniamo pure al 40%, o per essere ancora più prudenti, al 30% e proviamo a sostituire con questo dato “il numero magico” 15. Che succede? Che tutto lo scenario cambia a favore della Fabbrica dei Materiali.
Comprendiamo le diversità di posizioni dei tecnici e le aspettative di chi li ha nominati, e comprendiamo le posizioni di chi è interessato al revamping, ma vedere a distanza di quattro secoli gli stessi atteggiamenti dei cardinali che nel processare Galileo si rifiutavano di guardare nel suo cannocchiale ci sembra un po’ fuori tempo massimo. 

Un amichevole consiglio: rivedete quel dato. Non piegate le valutazioni tecniche a mera giustificazione del presente. Prendete atto che il mondo sta cambiando, che si può programmare il cambiamento e non aspettare che arrivi “dall’alto” sottoforma di vincoli normativi. La “best practice” è la raccolta differenziata spinta e la selezione del residuo, mentre incenerire è contro le linee guida europee, nazionali e regionali e soprattutto allontana nel tempo gli interventi di riduzione e prevenzione dei rifiuti come pure le iniziative (in attivazione) di “responsabilità estesa” ovvero che i produttori modifichino le merci per renderle compatibili con questi indirizzi. Questa sarà la tappa successiva alla “Fabbrica dei Materiali” verso cui anche le associazioni ambientali, locali e nazionali, nonché le realtà istituzionali più avvedute stanno spingendo.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 11 Dicembre 2014
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