Nuove celle e spazi verdi: così Busto risponde all’Europa
Fervono i lavori per rimettere a norma la struttura penitenziaria ed evitare ulteriori sanzioni. E tra nuovi spazi e sfide organizzative “permetteremo ai detenuti di rimanere fuori dalle celle fino a 12 ore al giorno"
Scade il 28 maggio 2014, esattamente 30 anni dopo l’entrata in funzione del carcere bustocco di via per Cassano, il tempo concesso dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo all’Italia per rimettere a norma le proprie strutture detentive. Quando nel gennaio del 2013 arrivò la condanna, la situazione a Busto era invivibile: gli uomini detenuti qui passavano gran parte della propria vita chiusi nelle proprie celle con tre metri quadri a testa. «Stiamo lavorando molto per rispettare i paramentri europei -spiega il direttore Orazio Sorrentini- ed entro metà luglio dovremmo terminare gli ultimi lavori». E’ su molti fronti che l’amministrazione carceraria sta lavorando per ridurre l’affollamento e in primo luogo «stiamo realizzando nuove celle, con doccia e bagno interno, nel piano precedentemente dedicato alla socialità». Laboratori, aule didattiche, palestra e biblioteca «sono già state trasferiti nell’ala che prima era destinata ai collaboratori di giustizia (mandati in altri carceri, ndr)» e i lavori per queste celle sono quasi terminati. Si sta anche predispondendo un giardino «che sarà utilizzato per i colloqui con le famiglie dei detenuti» che permetterà di migliorare l’aspetto umano della struttura.
Questo però non basta e nel carcere del futuro i detenuti dovranno passare tra le 8 e le 12 ore fuori dalle celle: «Ci stiamo organizzando per permettere di tenere aperte le sezioni durante il giorno –spiega il comandate del carcere, Rossella Panaro- in maniera differenziata sulla base del tipo di detenuti» ma in modo che «nelle celle si rimanga chiusi quasi esclusivamente per la notte». Un impegno non da poco, tra carenze di risorse e personale, che non potrà fare a meno del sostegno del settore educativo. «Stiamo raccogliendo i dati e le esidenze dei detenuti -spiega Valentina Settineri, responsabile di questi uffici- con l’obiettivo di dare maggiori opportunità a tutti». Ma questo non sarà certo facile. Dentro le mura di cinta della struttura bustocca ci sono oltre 400 detenuti a fronte di una capienza di 167. Il che significa che il tasso di sovraffollamento è del 220% «ma questo dato, basato su una superficie pro capite di 7 metri quadri, andrà rivisto», precisa Sorrentini. Una volta che le nuove celle saranno pronte e che il sistema organizzativo permetterà ai detenuti almeno 8 ore al giorno fuori dalla cella «l’Europa ci consentirà di calcolare la capienza sulla base di 3 metri quadri per detenuto e così torneremo nella legge». Oltre a garantire i diritti umani.
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