Olona, le vasche della discordia: ecomostri o ecocompatibili?

Il progetto per raccogliere e depurare l’acqua piovana e regolare le piene dell’Olona sta provocando forti reazioni. A rischio c’è uno dei posti più noti della Valle Olona

Due vasche, un parco e un fiume. E’ tutto qui lo scontro che sta nascendo attorno al progetto per l’adeguamento degli sfioratori comunali a Solbiate Olona, un vasto progetto da oltre 1,5 milioni di euro che potrebbe interessare tutta questa celebre parte della Valle. Per adeguarsi alle nuove normative, tutto il prato del Cotonificio (di proprietà comunale) verrà sacrificato in favore di due ampie vasche di laminazione, in grado di raccogliere e inviare a depurazione le acque piovane cadute sulla città con importanti effetti sulla regolazione delle piene del fiume. Ma le polemiche non mancano.

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Come saranno le vasche per l’Olona 4 di 7

IL PROGETTO
Saranno due le vasche ad essere realizzate in questa zona. La prima (1) avrà una capacità di poco più di 2.000 metri cubi e raccoglierà in un invaso di 4,5 metri, totalmente impermeabile, le acque di prima pioggia. Si tratta cioè della prima acqua caduta con i rovesci che, scorrendo sul terreno, porta con sé detriti e rifiuti. Proprio per questo motivo si tratta di acqua particolarmente inquinata che sarà accumulata e, una volta finita la pioggia, verrà inviata ai depuratori. 
Ma se la pioggia dovesse essere di particolare intensità, parte del flusso che finirebbe nell’Olona sarà deviato in una seconda vasca, ben più ampia (2). Saranno infatti 15.000 i metri cubi di acqua che potranno essere trattenuti qui dentro per poi essere pompati dentro il fiume, previa laminazione. Questa vasca, in particolare, in tempi di secca sarà comunque costantemente attraversata da un flusso di acqua.

L’IMPATTO
Stando alla documentazione del progetto, l’intervento non avrà impatti sull’ambiente circostante: le vasche saranno ricoperte di erba, le opere murarie saranno quasi interamente sotterranee e il percorso della ciclo pedonale sarà ripristinato. Le due vasche dovrebbero inserirsi così armoniosamente nell’ambiente al punto che "non essendo presenti impatti negativi sul paesaggio non sono previste particolari misure di mitigazione e di compensazione", si legge nelle relazioni. In realtà la zona cambierà e non poco. La pista ciclopedonale sarà in una posizione molto più elevata rispetto a quanto non sia oggi (per via degli argini delle vasche, ndr) mentre il lungo filare di pioppi sarà abbattuto e ripiantumato con nuovi alberi.

L’INTERVENTO
Quello in questione è comunque un intervento che non può essere rimandato dal momento che entro il 31 dicembre 2016 l’Italia dovrà mettersi in pari con le normative europee in tema di trattamento delle acque. Nel caso di Solbiate, in particolare, l’intervento potrebbe essere scisso in due lotti distinti ed indipendenti: per prima la vasca di prima pioggia e poi, in un secondo momento, anche l’altra. La grande incognità è sempre una, trovare le risorse.
 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 14 Gennaio 2015
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