Parco Altomilanese e Ticino uniti? Tra due anni sarà possibile

Inizierà nei prossimi giorni lo studio di fattibilità per realizzare un corridoio ecologico tra i due parchi “in modo da permettere a piante e animali di diffondersi”. Un progetto ambizioso che potrebbe cambiare profondamente questa zona

Saranno due lunghi anni di lavoro per capire se e come il Parco Altomilanese potrà collegarsi a quello del Ticino attraverso ciò che in termini tecnici si chiama corridoio ecologico. «Un lavoro molto importante perchè questa zona è ricca di aree protette ma che non sono collegate tra loro», spiega il professor Giuseppe Bogliani dell’università di Pavia che con i colleghi della Bicocca curerà lo studio di fattibilità. In questi due anni, dunque, «cerchermo di valutare le zone in cui la connettività è già presente e quelle in cui è più problematica -continua Bogliani- andando ad analizzare le peculiarità di ogni singola area». Un lavoro complesso ma fondamentale e che si concluderà con la presentazione di uno studio di fattibilità per la concreta creazione di un corridoio ecologico «in grado di dare una grandissima forza alla vegetazione e agli animali locali». Collegare il Ticino al Parco Altomilanese, tra l’altro, produrrebbe maggiori benefici proprio a quest’ultimo con specie vegetali e animali che si allargherebbero a questa zona. Inoltre, all’interno del progetto saranno anche studiate e sperimentate alcune tipologie di intervento -ovviamente naturali- in grado di contrastare l’avanzata e la diffusione dell’ambrosia e proprio per questo motivo anche l’ASL è uno dei partner dell’iniziativa.

Due anni di tempo dunque durante i quali l’attenzione sarà molto alta. Questo studio, infatti, finanziato per circa la metà da Fondazione Cariplo, si declinerà in interventi molto variegati perchè «interventi così sono realmente efficaci solo nel caso in cui le comunità locali prendono coscienza del fenomeno» e proprio per questo motivo «andremo ad agire anche in questa direzione».
Sarà la cooperativa Eliante a coordinare le iniziative in questo campo che se da un lato si concentreranno sulla formazione nelle scuole dall’altro avranno bisogno della collaborazione dei cittadini e quindi «chiedermo di auitarci con la segnalazione di alcune specie o quando sarà avvistato un animale morto lungo le strade». Tra due anni, dunque, si potrà capire se e come realizzare questo progetto «ma questa è tutta un’altra storia». 


Redazione VareseNews
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Pubblicato il 06 Marzo 2014
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