“Io, avvocato e consigliere ogni giorno vivo la tragedia degli sfratti”

Picco Bellazzi, rappresentante del Pd nell'assemblea cittadina propone la sua testimonianza, e chiede all'amministrazione di promuovere un accordo coi proprietari di alloggi sfitti: "In città ce ne sono a migliaia, bisogna fare qualcosa"

E’ un vero e proprio allarme quello che lancia Walter Picco Bellazzi riguardo all’esponenziale aumento degli sfratti nella zona del Basso Varesotto e in particolare a Busto Arsizio. Lo fa nella sua doppia veste di avvocato, che ogni giorno frequenta il tribunale bustocco, e di consigliere comunale di minoranza (Pd) nell’assise cittadina. Il luogo prescelto per attirare l’attenzione sul problema, è il suo blog che da 4 anni aggiorna con una certa regolarità. I numeri sono impressionanti: l’anno scorso i decreti ingiuntivi per sfratti sono stati 100, quest’anno 250.

Ecco quanto scrive dall’esperienza che ogni giorno vive nei corridoi del palagiustizia bustocco:

«Ogni mercoledì vi sono decine di persone citate in giudizio perché non pagano l’affitto della loro casa e spesso anche le spese condominiali. Lungo i corridoi del Tribunale vi sono intere famiglie, padre, madre e figli, anche bambi di pochi mesi portati nelle carrozzine che, trepidanti, aspettano di essere chiamati dal Giudice al quale spiegano le motivazioni che li hanno portati a non poter pagare l’affitto. Le storie che vengono raccontate sembrano una diversa dall’altra ma, alla fine, sono tutte uguali. Le difficoltà economiche che attanagliano tutti, colpiscono tutte le categorie sociali e davanti ai Giudici non vi sono solo le persone meno abbienti ma vi sono anche quelle che una volta appartenevano al così detto ceto medio, che rappresentava la base della nostra Società. Il ceto medio era quello che percepiva un reddito che permetteva di avere una vita dignitosa. Piano piano questa categoria, si è andata assottigliando sempre di più, ed ora è quasi completamente sparita. Quando in una famiglia con figli, dove fino a qualche tempo fa lavoravano entrambi i genitori ed ora uno ha perso il lavoro e l’altro è part-time, con anche il mutuo da pagare, la situazione non è difficile, ma tragica. I Giudici, quando parlano con queste persone, non sanno che cosa dire, ascoltano le loro storie, fanno presente che hanno l’obbligo di convalidare lo sfratto se non viene pagato l’affitto e a tutti concedono il termine massimo per pagare quanto dovuto. Il vero dramma scoppia all’udienza successiva, quando si verifica che i canoni e le spese condominiali non sono state pagate e gli sfratti sono convalidati. Le persone escono dall’ufficio del Giudice con gli occhi rossi e, prendendo l’ascensore, si mettono a piangere perché non sanno dove andare a sbattere la testa, pensano non tanto al loro futuro, ma a quello dei loro bimbi».

Nel Tribunale di Busto Arsizio ogni settimana e gli sfratti convalidati sono a decine, i casi si sono più che triplicati rispetto allo scorso anno. Bellazzi lo ha già detto anche in altre occasioni rilanciando  una vera emergenza nel settore abitativo. Ed ecco che l’avvocato dismette la toga e diventa consigliere comunale facendo una proposta:

«E’ necessario che l’Amministrazione Comunale intervenga, unitamente all’ALER, per affrontare questa situazione, per mettere a disposizione di chi è in difficoltà economica degli alloggi a prezzi accessibili; non solo, si deve cercare di ottenere tramite la Regione degli ulteriori fondi da distribuire a chi non è in grado di pagare l’affitto. E’ necessario verificare se sia vera la leggenda metropolitana sostiene che vi siano in città ben 4 mila alloggi sfitti, di proprietà di soggetti che pagano le spese condominiali, tasse e quant’altro senza incassare neppure un centesimo, in quanto preferiscono lasciare l’appartamento vuoto piuttosto che affittarlo a canone modico».

Una richiesta simile venne rilanciata anche dall’assessore ai Servizi Sociali Mario Cislaghi solo qualche mese fa. Sono stati 6 a gennaio e nelle settimane successive sono arrivati a quota 20. E’ questo il numero degli sfratti che in questo inizio 2014 sono passati per i tavoli dei servizi sociali di Busto Arsizio e che fotografano una situazione drammatica. «Spesso si tratta di famiglie con bambini in una situazione di estrema difficoltà -spiegava l’assessore – e noi cerchiamo di fare il possibile per aiutarle. Chiedo alla città di aiutare chi è in difficoltà, specialmente a chi ha case sfitte». Una richiesta che, evidentemente, è rimasta inascoltata.

«L’Amministrazione comunale potrebbe farsi promotrice di un accordo con alcuni proprietari per ottenere degli appartamenti in affitto, garantendo il pagamento del canone e spese condominiali, per un certo periodo – spiega Picco Bellazzi. – Ma il problema non è solo l’affitto in quanto in molti casi le persone non riescono neppure a pagare le bollette della luce e del gas e rischiano di vedersi staccare le utenze. Vi sono intere famiglie che durante l’inverno vivono al freddo perché non possono permettersi il riscaldamento e risparmiano nel gas, rischiando di ammalarsi».  Bellazzi registra anche un altro fenomeno: «I supermercati che vanno per la maggiore sono Discount che offrono prodotti con forti sconti; non solo, in molti supermercati, alla fine della settimana vi sono le offerte vantaggiose per smaltire i prodotti deperibili e vi è la fila delle persone in attesa di tale momento per poter riempire il carrello di generi alimentari che stanno scadendo, ma che costano molto poco».

Per il noto avvocato e consigliere comunale i comuni possono solo tamponare dove e come possono mentre  si deve «intervenire con un’operazione a livello nazionale che permetta la ripresa dei consumi, perché solo se riprendono i consumi il denaro inizia nuovamente a girare, le imprese smetteranno di licenziare ed inizieranno nuovamente ad assumere. Quello che ci lascia allibiti è il fatto che con un bilancio statale di oltre 800 miliardi di euro non si riescono a trovare 20/30 miliardi, che rappresentano meno del 5% del globale, da destinare alla diminuzione delle tasse permettendo alle famiglie di avere qualche centinaio di euro in più da poter spendere».

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Pubblicato il 04 Agosto 2014
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