Ricercatori e Animalisti, il confronto sulla ricerca rimane uno scontro

Grande partecipazione all’incontro organizzato per confrontare le tesi dei due gruppi dopo le polemiche nate intorno ai laboratori dell’Insubria in città. Un lungo dibattito, a volte anche molto acceso, ma che difficilmente avrà mosso dalle proprie posizioni i presenti

Così tanto pubblico nella sala consigliare del comune di Busto Arsizio non si era probabilmente mai visto. Quasi 200 persone si sono infatti presentate nella sala esagonale del municipio per assistere allo "storico" incontro tra associazioni animaliste e ricercatori sul tema dell’uso degli animali nei laboratori. Un appuntamento promesso dal sindaco Gigi Farioli dopo che "Associazione Animalista" aveva sfilato per le vie della città chiedendo di revocare l’autorizzazione all’apertura di un allevamento di topi all’interno dei laboratori dell’Università dell’Insubria di via Manara. 

Quattro relazioni, due pro e due contro la sperimentazione animale, sono così state presentate davanti alla gremita platea con Alessandro Mosso, presidente dell’Associazione Animalisti, che ha subito messo in chiaro una cosa: «Noi non siamo pazzi che vogliono salvare i topi e non gli uomini -ha spiegato- ma crediamo che gli animali, tutti gli animali, siano sullo stesso nostro piano». E se Mosso sostiene che «la ricerca animale non ha alcuna validità scientifica per l’uomo» la dottoressa Daniela Paroralo, responsabile dell’Università dell’Insubria, respinge vigorosamente questa considerazione: «Noi partiamo da esperimenti in provetta e simulazioni al computer ma questo non è sufficiente perchè dobbiamo analizzare le complesse relazioni all’interno degli organismi». Da qui la necessità di ricorrere agli animali «che vengono comunque tenuti in condizioni ottimali perchè in caso contrario falsificheremmo i nostri risultati». 

E’ stato così un silenzio interessato quello che ha seguito le relazioni dei 4 esperti chiamati ad affrontare il tema. Ognuno dei relatori ha portato le sue argomentazioni a favore o a discredito della ricerca con animali in un indiretto botta e risposta. E così, se Massimo Tettamanti, chimico ambientale e criminologo sostiene che «sono gli stessi protocolli di ricerca ad affermare l’inutilità della ricerca con animali» e che «già oggi esistono valide alternative» dall’altro Silvio Garattini, direttore dell’Istituto Mario Negri, afferma che «sono le regole internazionali a chiederci di utilizzare animali, noi faremmo voltentieri a meno se solo ci fossero tecniche alternative». O ancora, se Massenzio Fornasier, presidente della SIVAL, spiega che «la ricerca sugli animali è fondamentale per dare sicurezza ai prodotti poi usati da tutti», Edoardo Gandini dell’European Policy Officer replica che «ogni farmaco deve poi essere testato anche sugli uomini, indipendentemente dall’effetto avuto sugli animali». 

Gli animi hanno iniziato a scaldarsi però quando la palla è passata al pubblico per le domande. Molti quesiti, alcuni anche sulle personali vicende dei relatori, sono infatti stati sottoposti agli esperti intervenuti e molti di questi non potevano non riguardare la sindrome di Rett, la malattia ancora senza cura studiata nei laboratori bustocchi. Applausi, qualche urlo, interventi improvvisi hanno interessato così questa parte della serata al punto che il sindaco Gigi Farioli, galvanizzato fino a quel momento dalla buona riuscita della serata, ha fortemente criticato l’atteggiamento del pubblico e di qualche relatore. Lo scontro, comunque, è rimasto solo a livello verbale anche se qualche timore nei giorni scorsi c’era stato. Erano infatti numerose le forze dell’ordine presenti in municipio mentre parcheggiato discretamente a poca distanza da Palazzo Gilardoni era presente anche un mezzo blindato della polizia con agenti in tenuta anti sommossa. 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 16 Aprile 2014
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