Rifugiati di via dei Mille: ecco come viene gestita l’emergenza

Il caso dell'ex-Cral dell'Enel, diventato centro d'accoglienza temporaneo per richiedenti asilo, sta creando malumori. Serve un piano per mitigare l'impatto tra ospiti e ospitanti nel segno di un'integrazione necessaria


Fare fronte ad un’emergenza che è fatta di persone che fuggono dalla guerra e che vanno gestite. E’ questo lo spirito che anima chi ha scelto di mettere a disposizione propri immobili per l’accoglienza dei richiedenti asilo giunti in questi giorni nel Basso Varesotto, a Busto Arsizio come a Gallarate e Samarate. Chi lo fa preferisce, al momento, rimanere nell’anonimato e lavorare alacremente perchè tutto avvenga senza che i cittadini possano subire conseguenze e affinchè queste persone trovino un po’ di stabilità dopo mesi – in alcuni casi anni – passati a vagare tra uno Stato e l’altro in cerca di un luogo sicuro dove ricominciare. Lo Stato è in affanno e le parole del ministro dell’interno Angelino Alfano – che ha di nuovo chiesto l’aiuto dell’Europa perchè subentri con l’agenzia Frontex a Mare Nostrum – lo dimostrano. 

L’EMERGENZA – Si parla di un flusso che dall’inizio dell’anno ha portato sulle nostre coste 110 mila persone provenienti dal Nord-Africa e dal Medio Oriente in fuga da persecuzioni, guerra, fame e miseria. Di questi sono meno di 40 mila quelli rimasti su suolo italiano mentre la maggior parte si è diretta verso altri paesi europei dove ci sono reti parentali che possono aiutare. Chi è rimasto da noi o ha parenti qui o non ha alcuna rete di familiari o amici da nessuna parte. Sono queste le persone che, generalmente, trovano alloggio in luoghi come l’ex-Cral di via dei Mille a Busto Arsizio. 

LA SITUAZIONE A BUSTO – Stamattina erano tra i 30 e i 40, alcuni sudanesi sono andati via per ricongiungersi con parenti in altri stati europei e altri li seguiranno. Chi sta organizzando la struttura conferma che al momento non sono previsti altri arrivi anche se è possibile che ne arrivino altri. Dire quanti saranno da qui ad un mese serve solo ad agitare spettri di invasioni che non esistono mentre in questa fase – come pare aver assicurato il sindaco Farioli ai proprietari della palazzina – gli obiettivi da perseguire ora sono due, la tutela sanitaria di queste persone (che, ripetiamo, stanno tutti bene e non hanno alcuna malattia "esotica", ndr) e una possibile integrazione utile sia agli ospiti che agli ospitanti. A settembre dovrebbe concretizzarsi una rete stabile di associazioni che dovrebbe prendere in gestione l’intera struttura e i richiedenti asilo sia dal punto di vista dell’integrazione linguistica che dal punto di vista dell’inserimento lavorativo attraverso lavori socialmente utili.

LA GESTIONE – I proprietari dell’edificio – seppur in un momentaneo e necessario anonimato – spiegano che percepiscono dallo Stato 30 euro al giorno per ogni persona che ospitano (sarebbe meglio dire percepiranno, visti i tempi dei pagamenti da parte delle PA, ndr). Con questa cifra devono assicurare vitto e alloggio, vestiti e una quota per la ricarica del telefono ad ogni rifugiato. Al momento, però, non sono poche le spese che hanno dovuto affrontare per approntare la struttura tra ritinteggiatura delle pareti, pulizia degli ambienti e primi fabbisogni per queste persone. Senza contare la svalutazione che l’immobile subisce per l’uso che se ne sta facendo. Alcuni sono arrivati dal Bangladesh pochi giorni fa, al porto di Brindisi sono scesi senza scarpe e senza indumenti intimi. Dati che servono a far riflettere sul mondo che abbiamo lasciato fuori dalla porta della ricchezza.

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

Noi della redazione di VareseNews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.

Pubblicato il 22 Agosto 2014
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.