Troppo rumore, i vicini fanno chiudere il Mia Beach

Troppo rumore, al Mia Beach i carabinieri pongono i sigilli. Il noto bar all’aperto ospitato all’interno dell’area delle piscine Manara dell’omonima via di Busto Arsizio chiude i battenti in leggero anticipo (avrebbe chiuso da qui a pochi giorni) su ordine del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Busto Arsizio Patrizia Nobile. L’indagine, avviata dal pubblico ministero Mirko Monti con la collaborazione dell’aliquota ambientale della Procura bustocca in seguito alle numerose denunce da parte dei residenti, ha appurato che il locale non ha rispettato l’autorizzazione che prevedeva un servizio bar con musica di sottofondo, trasformandosi in una vera e propria discoteca. 

I militari della stazione di Busto Arsizio si sono presentati oggi, mercoledì, attorno alle 17,30 dioggi all’ingresso dell’area per la notifica del provvedimento e l’apposizione dei sigilli alla struttura. L’indagine ha anche rilevato un possibile abuso edilizio a seguito dell’installazione di tettoie che non risulterebbero essere autorizzate. Secondo gli uffici di largo Giardino vi sarebbero anche violazioni alla normativa igienico sanitaria in tema di somministrazione di cibi e bevande: i proprietari, infatti, avevano già ricevuto una visita dell’Asl alla quale era seguita un’ordinanza da parte del Comune per limitare la somministrazione, ma che non sarebbe stata ottemperata dai gestori. Ma il problema principale di tutto il vicinato è il rumore e a certificare il superamento dei limiti imposti ci ha pensato l’Arpa che, nelle settimane scorse, ha effettuato una serie di rilevamenti che hanno confermato il superamento della soglia. 

Il locale all’aperto è molto noto tra i giovani della città e dei centri limitrofi. Proprio venerdì si sarebbe dovuta svolgere una serata a tema casinò, pubblicizzata anche sulla pagina facebook del Mia. A migliaia, ogni week end dell’estate, salgono le scalinate che conducono alla terrazza occupando il tempo tra un drink e un po’ di ballo. Va rilevato che, nonostante le proteste del vicinato siano iniziate già durante la scorsa stagione estiva, il Comune aveva fatto richiesta alla stessa Arpa di raddoppiare il numero degli avventori e la possibilità di tenere aperto fino a tarda notte; richieste respinte dall’ente regionale.  Le violazioni accertate sono di tipo penale ed è previsto l’arresto e l’ammenda nei confronti dei responsabili.