Trovata l’intesa con le Ferrovie, ma per il rifugio i problemi si moltiplicano

L'accordo tra FS Holding e amministrazione comunale per il rifugio per i senza tetto della città scontenta quasi tutti con un affitto troppo alto e solo due anni di locazione. E a queste condizioni i Lions ritireranno i 40.000 euro per le ristrutturazioni.

E’ arrivata ad un punto di svolta la vicenda del dormitorio per senza tetto di Busto Arsizio, un ex ufficio della stazione ferroviaria di proprietà di FS Holding che il Comune di Busto intende affittare. C’è voluto un anno e mezzo ma alla fine sul tavolo dell’assessore Ivo Azimonti è arrivata la proposta di locazione della struttura. Rete Vo.La.Re., amministrazione comunale e Lions chiedevano una convenzione di almeno 10 anni, con un canone di affitto al di sotto dei 5.000 euro e con una clausola di rinnovo. E tutte queste proposte sono state cestinate. Il contratto arrivato dagli uffici di FS prevede infatti solo due anni di locazione, senza clausola di rinnovo e alla “modica” cifra di 7.702 euro all’anno.
«Noi non spenderemo tra i 30 e i 40.000 euro per rimettere a nuovo una struttura che tra due anni ci potreste togliere», commenta Franco Mazzuchelli a nome dei Lions, che fino a questo momento erano pronti a finanziare interamente i lavori di ristrutturazione dello stabile. Anche se la proposta dovrà passare per i membri del consiglio dell’associazione la linea è decisamente chiara: «a queste condizioni, noi non ci stiamo. Lo abbiamo sempre detto e lo ribadiamo anche ora». Con i soldi dei Lions che potrebbero venir meno sarà il Comune a farsi carico della ristrutturazione. «Sistemeremo i riscaldamenti e daremo una mano di bianco, ma nulla di più» precisa subito l’assessore Azzimonti invitando ad accettare la proposta delle ferrovie «che sblocca questa situazione di limbo» promettendo che parallelamente «inizieremo subito a lavorare per rivedere il contratto».

Ma è Sara Noli, portavoce della rete Vo.La.Re, a mettere altra carne al fuoco ricordando che «le associazioni di volontariato potranno gestire la struttura» ma non intendono avere «la responsabilità dell’assistenza». Quello che la rete chiede è «avere una autorità che coordini tutte le realtà di Vo.La.Re.» e che sia anche in grado «di gestire la popolazione dei senza tetto». In questo senso una mediazione potrebbe arrivare dalla proposta della Croce Rossa che invita ad «allargare le maglie della rete» coinvolgendo le associazioni «di ex uomini in divisa» anche perchè «noi soldi per garantire guardie notturne non li abbiamo», chiosa Azzimonti. Sono proprio i fondi l’altro grosso problema che rischia di azzoppare il progetto. Palazzo Gilardoni ha infatti stanziato 15.000 euro di cui oltre la metà dovrà andare ad FS per l’affitto e quello che rimane tra l’ipotetica ristrutturazione, le utenze e la gestionepotrebbe non bastare. Il “sogno”, infatti, sarebbe quello di aprire un rifugio per tutto l’anno che sia in grado di avviare progetti di reinserimento sociale ma, nella migliore delle ipotesi, verrà avviato un semplice  dormitorio per i mesi più freddi.
Come se non bastasse, a tutto ciò si sommano i problemi dell’ospedale e della zona intorno al nosocomio nella quale «sono molti i senza tetto ad aver occupato alcune case e diversi dei palazzi abbandonati nella zona», spiega il presidente della commissione Servizi Sociali, Mario Cislaghi. E per risolvere questo problema la soluzione non è certo quella dei blitz notturni della polizia (arrivati a quota due in meno di due settimane).

Con tutti questi problemi sul tavolo, stonano non poco le parole del rappresentante di FS Holding secondo cui la priorità dell’azienda sarebbe quella di «ridare decoro alla stazione» ma che contemporaneamente chiede cifre così alte per uno stabile altrimenti inutilizzato senza, tra l’altro, la possibilità di “scalare” dal totale del canone i lavori di ristrutturazione.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 09 Febbraio 2013
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