Un super-tribunale con un mini-carcere
La riforma Severino che ha accorpato i tribunali di Legnano e Rho (800 arresti l'anno) a Busto non ha previsto che il carcere di via per Cassano è già ben oltre la capienza massima. Il direttore: "Vicini ad una soluzione"
L’allarme è già scattato da tempo per la casa circondariale di Busto Arsizio, le sue strutture sono stipate di detenuti e della questione era stata investita anche la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che aveva anche multato l’Italia per le condizioni in cui erano costretti a vivere i detenuti di via per Cassano. Ora il problema rischia di esplodere con l’accorpamento delle sezioni staccate di Rho e Legnano a Busto Arsizio, un bacino d’utenza di 500 mila cittadini suddivisi in 42 comuni che orbitano nell’area dell’Alto Milanese con un tasso di arresti che è di circa 800 l’anno. La paura, esternata dal Procuratore di Busto Arsizio Gianluigi Fontana (a sin.) e dal direttore del carcere Orazio Sorrentini, è quella che l’attuale struttura carceraria che ospita già il doppio dei detenuti previsti non possa reggere l’urto degli arresti che dal 13 settembre di quest’anno – a norma di legge – dovrebbero essere rinchiusi nel carcere bustocco.
La preoccupazione di Fontana e quella di Sorrentini è del tutto giustificata ed ecco che nei giorni scorsisi sono attivati entrambi per sensibilizzare il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e il provveditore affinchè, fino a quando non si troverà una soluzione per l’ampliamento del carcere di Busto Arsizio (attualmente nemmeno in discussione dalle parti del Ministreo di Grazia e Giustizia, ndr), gli arrestati che dal 13 settembre dovrebbero essere detenuti nel carcere bustocco vengano accolti in altre strutture. Dopo qualche giorno di apprensione per una risposta che sarebbe dovuta arrivare in tempi rapidi è notizia di oggi, mercoledì, che il provveditore ha dato seguito alla richiesta di Sorrentini e Fontana. E’ lo stesso direttore a dare la buona notizia: «Sono stato informato da una collega presso il dipartimento che il provveditore ha preso in considerazione la nostra richiesta – ha dichiarato il direttore del carcere – gli arrestati delle nuove aree di competenza del Tribunale di Busto Arsizio andranno nelle strutture di Milano e Monza».
Naturalmente la decisione tampone dovrà essere ratificata anche da Roma ma, essendo una questione locale, basta al momento l’assenso del provveditore per fare in modo che non si crei una situazione che potrebbe avere riflessi nazionali e, nuovamente, internazionali. Come detto il carcere di Busto Arsizio è già balzato agli onori delle cronache per la sua situazione di sovraffollamento con la condanna da parte della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo a risarcire alcuni detenuti che avevano presentato l’istanza a Strasburgo. Certamente la riforma Severino, calata dall’alto come una mannaia, sta creano non pochi problemi di attuazione a cascata su uno dei punti giustizia che funzionava meglio in Italia. Nelle settimane scorse abbiamo analizzato la situazione dal punto di vista della Procura della Repubblica, con la cronica mancanza di personale amministrativo e di magistrati, oltre che di spazi per la realizzazione di nuovi uffici a fronte di un ricarico di lavoro da oltre 10 mila fascicoli che creerà un vero e proprio ingorgo con il rischio che i magistrati non potranno fare altro che smaltire l’ordinaria amministrazione e i soli reati più gravi come l’omicidio e la violenza sessuale. Stesso dicasi per il tribunale che vedrà aumentare a dismisura il numero di procedimenti da giudicare con un inevitabile allungamento dei tempi di attesa per arrivare a sentenza.
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