“Una doccia gelata che, insieme con il torpore, sappia dare una scossa. Positiva”

Ecco la lettera integrale scritta dal sindaco Gigi Farioli per lanciare la sfida alla città di raccogliere 10.000 euro in due settimane in favore della lotta alla SLA

Ecco la lettera integrale scritta dal sindaco Gigi Farioli per lanciare la sfida alla città di raccogliere 10.000 euro in due settimane in favore della lotta alla SLA

Certamente quasi tutti sapete che, insieme con la doccia fredda della recessione e deflazione, e insieme con le bombe d’acqua di un meteo e di un’estate curiosi, la doccia gelata che ha accompagnato di più i media e i vip, o aspiranti tali, è quella connessa all’Ice Bucket Challenge. E, come forse sapete, sabato 23 agosto, nella centralissima piazza san Giovanni alcuni esponenti dell’ormai consolidata “rete per la Città” si sono uniti alla sfida mediatica internazionale da rari nantes in gurgite vasto. Essi, in parte esponenti del mondo economico, in parte rappresentanti dell’associazionismo locale, hanno voluto scuotere dal torpore la Città prevalentemente chiusa per ferie immaginando una sveglia e nominando, come si suol dire, insieme col sottoscritto, il vicesindaco Giampiero Reguzzoni, gli assessori Paola Reguzzoni, Mario Cislgahi, Ivo Azzimonti, il presidente del Distretto del commercio cittadino Franco Castiglioni, il manager Gaetano Spinola, il presidente dell’Ascom Romeo Mazzucchelli e il responsabile di Agesp Servizi per il verde e gli stabili Salvatore Scianna. Colgo l’opportunità, prima ancora di rispondere affermativamente alla chiamata, per mettere in rete alcune riflessioni, insieme con una sorta di chiamata ai nominati e all’intera Città di Busto Arsizio, per ricordare che a lanciare questa iniziativa internazionale furono due giovani statunitensi, uno dei quali, ex giocatore di rugby, volle chiamare alla condivisione, se non ovviamente del dolore e della malattia, almeno della battaglia contro di essa, sollecitando la società americana ad una straordinaria raccolta di fondi per la ricerca e non solo, con, come accompagnamento, punizione, contraltare o addirittura nemesi, una doccia ghiacciata. Non come fiore colto a caso da un’improvvisata antologia, ma proprio in quanto l’effetto di un’improvvisa e inaspettata doccia gelata è in grado per pochi istanti di riprodurre quella sensazione di torpore, immobilità, irrigidimento, in termine non gergale, atrofia, che vive in continuità chi oggi è costretto a combattere in prima persona con la SLA.

La chiamata, quindi, vuol significare, anche solo per un istante, la necessità di una “condivisione”, di una consapevolezza nei confronti di una malattia con la quale si convive, dalla quale oggi non si guarisce, con la quale e a causa della quale oggi si muore. Proprio quindi per sottolineare ciò che sta all’origine di questa straordinaria catena di sant’Antonio che, sfruttando l’universalità dei social network e la straordinaria potenza della globalizzazione informatica, è diventata patrimonio di molti, se non di tutti, è necessario che si vada al di là di quello che, non nascondiamolo, rischia di prestare troppo il fianco alla superficialità estemporanea dei selfie e alla liquidità culturale e sociale della contemporaneità. Se molti hanno cominciato anche così ad avere informazioni sulla SLA, malattia ormai non certo definibile come rara (vedi le dichiarazioni del dott. Zarcone su La Prealpina del 29 agosto), certamente non molti sanno che proprio a Busto Arsizio, o meglio, a Borsano di Busto Arsizio, in via san Pietro, da qualche mese è aperto all’interno della Casa della Salute uno sportello dell’AISLA provinciale, sportello specifico per l’Altomilanese e il basso varesotto, ma aperto in realtà a tutti, nel ricordo dell’amica Franca Bianchini Iezzi. Franca, volontaria attivista su più fronti del sociale, anima col marito Aurelio dell’Associazione dei rimpatriati dalla Libia, è stata coraggiosa testimone di una battaglia personale contro la SLA che non ne ha mai spento, fino all’ultimo respiro, un costante desiderio di aiuto agli altri e alla comunità.

Perché rispondere affermativamente alla nomina, ma soprattutto perché, se possibile, non rilanciarne l’essenza sostanziale senza pretendere di sentire obbligato nessuno, ma di rendere più consapevoli e partecipi molti?

Se è vero infatti, com’è sicuramente vero, che la bulimia mediatica, accompagnata spesso alla voglia di apparire e al desiderio di visibilità, ha potuto costituire in queste settimane la faccia oscura di una medaglia, è altrettanto vero che, come hanno avuto modo di affermare il presidente nazionale AISLA Massimo Mauro e il referente provinciale Maurizio Colombo, sono stati concentrati sulla SLA e le sue troppo spesso sottaciute necessità, sia in campo della ricerca, che dell’assistenza, un’attenzione e un ritorno, anche economico, inimmaginabili solo qualche mese fa. Se è vero infatti, come è vero, ciò che sostengono i rappresentanti del Comitato 16 novembre e il presidente di Federcontribuenti, che esiste un’eccessiva differenza tra la veloce risposta del presidente del Consiglio a Twitter e ai media e la scarsità delle risorse a disposizione dei non autosufficienti; se è vero dunque, come è vero, che spesso questa catena, questo girotondo delle nomine ha spesso fatto emergere anche provocazioni, invidie, gelosie, competitività, concorrenze, è peraltro vero che, come era solito affermare un mio vecchio prozio molto vicino al mondo della fede, “la provvidenza spesso scrive il suo romanzo utilizzando anche le righe storte”.

Se è vero, come è vero, che, come hanno detto molti personaggi, a giustificazione, pur in parte condivisibile, di una risposta negativa alla doccia, così come molti opinionisti che, citando l’autorevole papa Francesco, le cui affermazioni paiono oggi essere il principale lasciapassare, che “la beneficenza si fa in silenzio e discretamente”, così come è vero che noi siamo figli di Dante, i cui principali critici sostenevano esser più attraente, perchè più congeniale al quotidiano umano, l’inferno più del purgatorio e del paradiso, mi pare importante che in questa vicenda nessuno faccia l’ignavo.

Insomma, è forse utile anche rileggere le riflessioni e le reazioni di chi è più coinvolto, a cominciare dall’amico Aurelio, per continuare con la moglie di Borgonovo, che non solo ha accettato e rilanciato la sfida definendo la doccia più un atto di dolore che di goliardia, ma anche quelle dell’assessore Melazzini e delle molte famiglie coinvolte.

Non quindi giudizio, ma appello. Ebbene, utilizziamo tutti insieme le prossime settimane per riflettere e agire di conseguenza, per chi lo voglia accompagnando il tutto con una donazione liberale sul conto corrente dell’AISLA Varese con la causale “Ricordando Franca” con l’IBAN IT68J03069501100615291673734.

E’ ovvio che per prima la chiamata è ai nominati come me, ai nominandi, alla città, alle associazioni, a chiunque voglia unirsi. E volendo, facciamo in modo che chiunque, nelle forme che ritenga più opportuno, colga l’opportunità, oltre che per conoscere e approfondire, per ricordarsi e ricordare che lo sportello di via san Pietro è aperto tutti i mercoledì dalle 15 alle 18, per suggerire forme di doccia e/o altro che possano rendere ancor più unica, simpatica, creativa l’iniziativa bustocca e per offrire disponibilità di collaborazione anche volontaria. Mettiamo a disposizione per questo il nostro sito, la nostra mail ( segreteriasindaco@comune.bustoarsizio.va.it) e il telefono (0331/390481). Allora sì, anche l’ipocrisia avrà la possibilità di essere ricordata, facendo arrossire gli ipocriti e ricordando davvero che a volte è proprio l’ipocrisia il miglior omaggio che il vizio rende alla virtù. Così nei giudizi spesso superficiali che vedono il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, auguriamoci che il bicchiere della doccia sia stracolmo

Gigi Farioli

p.s.: E’ di oggi la notizia che in India, tra l’altro nazione gemella di Busto Arsizio in vista di Expo nell’ambito dell’ iniziativa 141Expo di Varesenews, responsabili e comunicatori pubblici, ritenendo idoneo all’Occidente ai loro occhi ricco ed opulento la doccia gelata, hanno voluto ideare un’iniziativa che trasforma il gelo dell’acqua, bene tra l’altro assai scarso, in secchiate di riso da passare l’un con l’altro per combattere la penuria di mezzi e anche la fame.

Bene, in vista di Expo ricordiamo Non di solo pane, augurandoci che in questo caso il riso abbondi non sul viso degli stolti.

Dimenticavo…. l’obiettivo minimo sono 10.000 Euro sul conto corrente dell’AISLA, con la causale Ricordando Franca”, entro una quindicina di giorni.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 02 Settembre 2014
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