Vasche sull’Olona, Melis difende il progetto

Dopo le tante critiche e la formazione di un comitato di cittadini contro l'opera il sindaco torna a spiegare i dettagli e risponde: "Sono necessarie, lo dice la legge. L'impatto ambientale è nullo e chi critica non conosce"


 Per il sindaco Luigi Melis non vi è alcun margine di incertezza: «Quelle vasche vanno fatte, lo dice il regolamento regionale n° 3 del 24 marzo 2006 che impone di adeguare entro il 2016 i manufatti sfioratori delle reti fognarie. Pista ciclabile, percorsi, ciclocross e fruibilità generale dell’area non saranno intaccati». Il progetto di realizzazione delle vasche di prima e seconda pioggia è stato presentato questa mattina, venerdì, alla stampa alla presenza dello stesso sindaco, del progettista dello studio di fattibilità Emilio Magni e dell’ingegnere che ha redatto il progetto preliminare Sergio Bavagnoli che hanno illustrato nei dettagli come verranno realizzate le vasche.

IL PROGETTO – Spiega Bavagnoli: «Si tratta di realizzare una prima vasca per la raccolta delle acque di prima pioggia che verranno scolmate in un laghetto recintato con sponde inverdite da 2000 mc. L’acqua di prima pioggia è quella più inquinata perchè contiene tutti gli idrocarburi depositati sui suoli impermeabili di tutto il paese. Invece di finire direttamente nell’Olona, come accade oggi, andrà poi al depuratore. Per evitare che le acque meteoriche e quelle di falda entrino in contatto verrà realizzata una soletta in cemento armato interrata un telo isolante sulle sponde e che saranno completamente ricoperti di terra ed erba». L’ingengere spiega poi l’ intervento per le acque di seconda pioggia: «La seconda vasca, invece, sarà realizzata senza l’uso di cemento e serve da volano per le acque di seconda pioggia – spiega – è stata pensata come una depressione del terreno, una sorta di prato depresso che possa invasare dai 13 ai 15 mila metri cubi d’acqua che poi vengono restituiti all’Olona gradualmente». Anche questa sarà recintata con una staccionata ma avrebbe – a detta dello stesso sindaco Melis – anche un valore paesaggistico in quanto avrebbe le sembianze di un laghetto mantenendo sempre un po’ d’acqua al suo interno «anche per favorire la nascita di piante che aiuteranno a depurarla». Certamente non si tratta di fitodepurazione e a spiegarlo è l’ingegner Magni che ha curato la fattibilità del progetto: «In questo caso non si poteva realizzare un impianto di fitodepurazione come a Gorla Maggiore perchè avremmo avuto bisogno di un’area molto più grande». I due ingegneri assicurano anche che non ci saranno problemi in caso di piogge eccezionali e che vasche simili dovranno essere realizzate anche nei comuni di Fagnano Olona, Nerviano e Legnano. Difficile stabilire ora con quali soldi verrà realizzata l’opera: «Dovrebbe occuparsene l’Ato ma anche la regione, che ce lo impone, non può tirarsi indietro – spiega – al momento, però sappiamo solo che dobbiamo adeguarci alla normativa a meno che non ci saranno deroghe».

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I DUBBI – Alla domanda sulla necessità di dover costruire anche questa seconda vasca il sindaco risponde: «Un obbligo c’è già in base alla normativa della Polizia Idraulica ma la necessità è dettata anche dal piano di trattamento della acque urbane regionale che prevede un limite di scarico delle acque di sfioro di 40 litri al secondo per ettaro di superficie scolante impermeabile drenata». Al sindaco è stato chiesto perchè si è deciso di realizzare l’opera proprio in quell’area: «Perchè si tratta del punto più vicino allo sfioratore comunale e questo permette un risparmio rispetto all’utilizzo di altri terreni – spiega – in quanto amministratore dei soldi pubblici è mio dovere non spenderli inutilmente». Dal punto di vista ambientale Andrea Barcucci, presidente del circolo bustocco di Legambiente, non ha grandi contrappunti da fare: «Da tempo siamo impegnati nella valorizzazione nei contratti di fiume, un impegno verso i cittadini della Regione. Non entro nel merito tecnico del progetto perchè non sono un esperto ma va detto che non si può ragionare come se fosse tutto bianco o tutto nero. Senza dubbio si tratta di un progetto innovativo che risponde ad un’esigenza. L’osservazione principale che pone Legambiente è che questa realizzazione va allargata al territorio. Ben vengano anche le polemiche se portano al dialogo e al miglioramento».

Infine Melis risponde sulla parte politica della vicenda, con le polemiche che sta suscitando il progetto tra i membri dell’opposizione e la creazione di un comitato contro la realizzazione delle vasche: «A chi chiede un confronto su quest’opera io dico che va bene, siamo aperti a contributi che possano migliorare il progetto ma prima chiedo a chi si oppone di informarsi e di studiarselo – e prosegue – un confronto pubblico al momento non è previsto e a chi chiede di nominare e convocare la commissione ecologia rispondo che verrà fatto».

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Pubblicato il 27 Febbraio 2015
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