Velo Ok o finti autovelox? Per Le Iene è una truffa, i Comuni li difendono

I dissuasori di velocità che sono comparsi in alcuni comuni della provincia (Busto Arsizio, Gallarate, Tradate, Cassano Valcuvia e Gazzada Schianno) al centro della polemica. Secondo la trasmissione televisiva sarebbero illegali, per le amministrazioni non ci sono controindicazioni “ufficiali”

I Velo Ok sono legali o illegali? Servono o non servono? I Comuni possono installarli o se lo fanno vanno contro le direttive del Ministero? E ancora: le società che li vendono lucrano sulle tasche dei cittadini o vendono alle amministrazioni comunali un servizio utile alla collettività? Queste e altre domande sono state sollevate dalla trasmissione televisiva Le Iene, in onda mercoledì 19 marzo su Italia Uno, nel quadro di un’inchiesta giornalistica su questi dissuasori di velocità e sulle società che li vendono alle amministrazioni comunali italiane. Tra queste ce ne sono anche almeno 5 della nostra provincia: Busto Arsizio, Gallarate, Cassano Valcuvia e Tradate che hanno aderito al progetto “Noisicuri” della ditta Sipa srl e Gazzada Schianno, che li ha acquistati da un’altra azienda, la Igea srl (oltre ad Azzate, dove hanno posizionato solo i cartelli come dissuasori, senza “scatole”). Nella puntata andata in onda si spiega che questi strumenti, dei parallelepipedi arancioni vuoti ma con la predisposizione per il posizionamento di strumenti autovelox all’interno, non risultano omologati dal Ministero dei Trasporti, che ne sconsiglierebbe l’utilizzo anche perchè non conformi al codice della strada. Le Iene citano anche alcuni vizi formali (indicazioni della velocità troppo piccole, segnaletica poco chiara e così via). Le Iene parlano anche di costi, circa 3 mila euro a pezzo, giudicati troppo elevati, e sollevano una serie di dubbi sulle società che ha promosso il progetto “Noisicuri”, le cui sedi sarebbero inesistenti o trasferite di continuo, con indirizzi sbagliati comunicati ai Comuni e uffici deserti, così come quelli della ditta che produce queste scatole arancioni, la Sipa srl, introvabile e coperta da fiduciarie. E il ministro Lupi, intervenuto nella puntata de Le Iene, sul suo blog parla di strumenti pericolosi e irregolari e annuncia provvedimenti, che però al momento non ci sono.

Le nostre amministrazioni come hanno reagito? Da Gallarate (dove la spesa per il Comune è stata di circa 1000 euro per ognuno dei 25 Velo Ok, costo comprensivo di segnaletica, supporti interni per autovelox e delle rilevazioni della velocità pre e post  installazione per valutare l’effetto deterrente) la posizione di Emiliano Bezzon, comandante della polizia locale, è diversa da quella evidenziata da Le Iene: «Il ministero non dice che è irregolare, dice che non è assoggettato ad omologazione come elemento della strada. Il Ministero ha detto che possono essere installati purché vengano effettuate anche saltuariamente rilevazione della velocità, con apparecchiature che devono essere ovviamente omologate. Così noi facciamo». Bezzon poi ribadisce che non ci sono posizioni che vietano l’uso: «A noi, come a tutti gli altri Comuni dove sono in uso, non è mai arrivato alcun divieto all’utilizzo. Sulla sicurezza stradale non si scherza, non se ne parla con lo stile con cui ne parla in questi giorni, non se ne parla durante un aperitivo (con riferimento alle Iene e alla intervista "volante" al Ministro Lupi). Se davvero sono pericolosi, chi ha il potere di intervenire, intervenga. Ad oggi non abbiamo avuto lamentele o contestazioni, anzi, l’amministrazione ha ricevuto richieste per installarli su vie considerate pericolose da chi ci abita. L’unica contestazione dai cittadini era per un Velo Ok installato ai margini di una pista ciclabile in via Carlo Noè, che è stato spostato».

A Busto Arsizio sono 10 i Velo Ok installati, per uno stanziamento di 10 mila euro più Iva in totale. L’assessore alla viabilità e sicurezza Claudio Fantinati è perplesso: «Il fatto che non siano omologabili non significa che non siano utilizzabili. Si è sempre ritenuto potessero essere usati come facciamo noi. Li usiamo solo in presenza della pattuglia e ne abbiamo installati un numero limitato. Funzionano e quindi sarebbe un peccato doverli togliere. Prendiamo atto di questo parere, approfondiremo la posizione del ministro. Comunque abbiamo congelato per il momento i piani di implementazione dei Velo ok. Se sarà definitivamente acclarato che non li potremo usare ci adegueremo ma la nostra opinione è comunque positiva nei confronti di questi strumenti che servono a dissuadere più che a fare cassa».

A Tradate ne sono stati posizionati sei nelle vie a maggior percorrenza della città, per una spesa totale di 10526 euro: «Premetto che non ho visto l’inchiesta del Le Iene, ma noi li abbiamo pagati mille euro l’uno. La cifra totale si riferisce al progetto intero di sicurezza che prevede anche un monitoraggio sulle strade – spiega Laura Cavallotti, sindaco di Tradate -. Posso dire con certezza che in qualsiasi caso quei VeloOk sono un deterrente per gli automobilisti e che hanno contribuito a rendere più sicure le strade dove sono stati posizionati. Infatti nelle tre arterie cittadine, dove venivamo spesso superati i limiti di velocità, le infrazioni del codice si sono ridotte del 50 per cento. Voglio inoltre sottolineare che in nessuno dei sei VeloOk è presente un rilevatore di velocità destinato all’emissione di multe. Per emetterle ci vorrebbe una procedura particolare. Visti i risultati sulla presenza dei VeloOk, con le nostre vie diventate più sicure, continueremo su questa strada».

Stesso discorso a Cassano Valcuvia, dove i Velo Ok installati sono 5 per una spesa di circa 6 mila euro.

A Gazzada Schianno hanno scelto una strada leggermente diversa, non aderendo al progetto “Noisicuri”, ma decidendo di comprare i quattro dissuasori Velobox da un’altra società, la Igea srl di Bolano, provincia di La Spezia, che ha fatto un’offerta migliore: la spesa per il Comune amministrato da Cristina Bertuletti è stata di 3977,20 euro, meno di mille euro ad apparecchiatura.

In sostanza, contraddicendo quanto affermato da Le Iene, i Comuni di casa nostra sono soddisfatti dell’acquisto fatto, non si pentono e, salvo provvedimenti ufficiali da parte del Ministero dei Trasporti, vanno avanti per la loro strada.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 20 Marzo 2014
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