Vocelibera.net, il magazine dei detenuti per chi è fuori dal carcere

L’esperienza unica del carcere bustocco nella quale è nato il primo giornale web realizzato dai detenuti per raccontare dall'interno come si vive in queste strutture. L’idea è nata da Fabrizio Corona durante la sua detenzione in città.

Quella di VoceLibera.net è a tutti gli effetti una redazione. Ci sono i computer, ci sono i giornalisti, si fanno le riunioni e si scrivono i pezzi. L’unica grande differenza rispetto ad un giornale normale è il luogo in cui si trova questa realtà: il carcere di Busto Arsizio. «L’idea del primo web magazine gestito interamente da detenuti è venuta a mio fratello durante il mese che ha passato in questa struttura», spiega Federico Corona, fratello del più celebre Fabrizio, che oggi sta portando avanti questo progetto. Voce Libera vuole infatti «portare fuori dal carcere quello che succede al suo interno attraverso le parole di chi qui dentro ci vive -continua Corona- ma riuscire a farlo non è stato affatto semplice».

Per mesi Atena srl, Fenice press and solution, 3B cooperativa sociale e Sol.Co. hanno lavorato per permettere al progetto di decollare «perchè, dettaglio non da poco, i detenuti non possono navigare su internet», spiega uno dei responsabili del progetto, Christian Contessa. E così «la redazione lavora off line, prepara i suoi articoli e poi noi li pubblichiamo una volta usciti dal carcere» ma contemporaneamente «tutte le settimane noi portiamo loro documenti e approfondimenti su ciò che vogliono approfondire nel corso di quella settimana oltre a tutte le interazioni con i lettori sul sito e sui social». Un lavoro non certo facile ma che permette di «superare quel gap tecnologico che si vive all’interno della strutture di pena».

 

E loro, la redazione di VoceLibera.net, sono una fucina di idee e commenti. Si incontrano tutte le mattine, discutono, parlano, approfondiscono e sopratutto scrivono. «Io ho sempre scritto molto -racconta Alex- ma con questa opportunità riesco a rimanere in contatto con l’esterno raccontando come si vive qui dentro». Lui, infatti, ha aperto una rubrica nella quale descrive ogni aspetto del carcere, dalla cella fino all’ora d’aria, mentre c’è chi ha portato nella redazione l’esperienza accumulata nei giornalini di altri istituti di pena. Come Carlo che però, con VoceLibera, «è come se respirassi aria fresca perchè non scriviamo più solo per noi ma inviamo i nostri messaggi a tutti» o come Lello che racconta come «mentre sono al lavoro mi dimentico di essere in un carcere». Ma questo progetto ha dato molte opportunità anche a chi nella sua vita ha commesso tanti errori. «Quando sono entrato qui dentro non sapevo una parola di italiano mentre oggi mi sono diplomato e sto imparando a fare questo mestiere», spiega Giovanni, rumeno, che ora usa anche il congiuntivo.
L’esperienza unica di questo magazine, nato e cresciuto con finanziamenti privati, «è stata utile anche a noi -commenta Orazio Sorrentini, direttore del Carcere- perchè ci ha fornito un’occasione di ascolto e confronto con i nostri detenuti». A settembre, quando riprendereanno le attività della redazione, ci sono molte novità in cantiere: «prima tra tutte una edizione cartacea -spiega Federico Corona per permettere anche ai detenuti di leggere i lavori prodotti da VoceLibera.net».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 23 Luglio 2014
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