Angeli antiviolenza in ospedale, nasce un team per le donne

Medici legali, psicologi e avvocati pronti a raccogliere le prove dello stupro già in pronto soccorso. Li guida una onlus di Varese, Amico Fragile, che finanzia il progetto

L’arrivo in pronto soccorso di una donna che ha subito uno stupro, è un momento traumatico e delicato per la vittima: ma è anche l’attimo più importante per raccogliere quelle prove, che potrebbero dare conferma a una denuncia. Spesso basata solo su dichiarazioni verbali. E’ proprio per dare una risposta a queste esigenze che, a Varese, nasce un progetto molto particolare. Una onlus, Amico Fragile, ha raccolto la disponibilità di medici legali, psicologi e avvocati, per costituire dei team di pronto intervento a sostegno della donna abusata. Significa che, una volta di fronte a un caso di violenza, i medici del pronto soccorso possono chiamare Amico Fragile, e in pochi minuti vedersi arrivare un operatore del dipartimento di medicina legale che raccoglierà le prove, facendo analisi e scattando fotografie, per ottenere un quadro probatorio immediato e non contaminato, un avvocato che possa informare al dona dei suoi diritti e uno psicologo per gestire il trauma provocato dall’aggressione. 

(FOTO SOPRA, IL PRONTO SOCCORSO DELL’OSPEDALE DI CIRCOLO DI VARESE) 

La particolarità interessante è che Amico Fragile, presieduta da Liliana Colombo, è una onlus privata che collabora con l’azienda ospedaliera. Finanzierà la reperibilità notturna degli psicologi, i quali a loro volta sono stati selezionati dalla ricercatrice Eugenia Trotti dell’Università dell’Insubria. I medici legali, invece, saranno a disposizione grazie al fatto che il direttore del dipartimento, Mario Tavani, è uno dei fondatori della onlus, e ha consentito che la reperibilità notturna per i trapianti venisse estesa anche alle violenze sessuali. Amico Fragile diventa così una risposta straordinaria per la gestione del trauma post violenza sessuale, ma non intralcerà in alcun modo le eventuali indagini di polizia e carabinieri. «Noi non spingiamo la donna a fare la denuncia – osserva Liliana Colombo – ma facciamo un altro tipo di lavoro. Interveniamo nel momento della visita medica, cercando le prove che possono essere utili in caso di successiva denuncia. I reperti saranno poi conservati nel dipartimento di medicina legale di Varese, e nella sede della Onlus (i referti psicologici), con il consenso degli interessati. Potranno essere utilizzati in ogni momento, qualora una vittima decidesse di effettuare un’azione penale».

(FOTO SOPRA, LILIANA COLOMBO) 

In questo modo andrà a crearsi un database, un archivio degli indizi di reato, nei casi di stupro, una sorta di Csi a favore delle donne. «Non è un elemento da poco – osserva Mario Tavani – il medico legale guarda il paziente con l’occhio di chi deve evidenziare le tracce di un reato, e anche scattare delle fotografie con una certa tecnica può esser determinante affinché un’accusa regga fino alla cassazione». La donna abusata non ha la forza, in quei momenti, per chiedere la tutela dei propri diritti, ne’ tantomeno può gestire pratiche difficili come quella della ricerca della prove della violenza. Sono tutte operazioni che vanno proposte con tatto e professionilità, e che vanno fatte subito. 

(FOTO, IL PROFESSOR MARIO TAVANI)

L’operato di Amico Fragile, tuttavia, non sostituisce ciò che finora già accade in pronto soccorso, con le visite e le denuncia al posto di Polizia. Semmai lo integra, e offre un team multidisciplinare che copra con completezza, 24 ore su 24, tutte le esigenze di giustizia e comprensione, che ha una donna subito dopo lo stupro. La stanza di Amico Fragile sarà al pronto soccorso dell’ospedale Del Ponte. Sei medici legali sono già attivi, cinque avvocati lavoreranno a gratuito patrocinio, quattro psicologi entreranno in azione a gennaio. La onlus è stata presentata mercoledì sera a una riunione del Soroptimts di Varese, e nasce da un gruppo di lavoro del sodalizio e dal progetto Minerva dell’assessorato pari opportunità della Regione, con l’apporto dell’azienda ospedaliera Fondazione Macchi . Erano presenti anche il prefetto Giorgio Zanzi (è stato firmato un apposito protocollo per gestire questo progetto con la Prefettura), la presidente di Soroptimist Giovanna Zuccaro, e i direttori dei dipartimenti materno infantile Massimo Agosti e di Pronto Soccorso Giorgio Perlasca.

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Pubblicato il 28 Novembre 2014
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