Arcisate-Stabio, il cantiere chiuderà a fine mese
L’annuncio a sorpresa da parte dell’azienda appaltatrice alla RSI: “Non possiamo permetterci di stoccare la terra che contiene troppo arsenico”. Già pronte anche le lettere di licenziamento per lavoratori
«Le lettere di licenziamento pronte e chiuderemo il cantiere italiano dell’Arcisate-Stabio alla fine del mese di maggio». Parole che arrivano come un macigno e che sono state pronunciare da Sebastiano Rao, responsabile del personale della Ics Grandi Lavori dell’ingegner Salini, l’azienda appaltatrice dell’importante opera di collegamento ferroviario con la Svizzera che si era aggiudicata i lavori anche della parte italiana. Rao ha annunciato la fine del cantiere in un’intervista alla radio della RSI andata in onda nella serata di venerdì.
Il responsabile ha confermato che in Ticino tempi di attuazione sono rispettati ma, come dichiarato nei giorni scorsi, è stata presentata al tribunale di Roma la richiesta rescissione del contratto dalla Rete Ferroviaria Italiana. Motivo: le difficoltà di stoccaggio degli inerti per la quantità di arsenico rilevata nel terreno. «Il cantiere chiederà definitivamente il 31 maggio – ha dichiarato Rao -. Per noi c’è una reale impossibilità di smaltire le terre che contengono arsenico, già stoccate in migliaia di metri cubi. Non possiamo andare avanti. Le lettere di licenziamento sono pronte. C’è in programma un incontro con le organizzazioni sindacali per trovare una soluzione alternativa ai licenziamenti, magari una proroga della cassa integrazione straordinaria attualmente in atto e che scade metà giugno».
Coinvolti nella decisione vi sarebbero 40 operai più 10 dipendenti del settore amministrativo. A cui si aggiungono altre 200 persone di aziende correlate al cantiere. Rao precisa inoltre alla RSI di non aver ancora informato le autorità svizzere della chiusura del cantiere «perché riteniamo che non sia un nostro compito».
Non più tardi di due giorni fa c’era stato un barlume di speranza per il cantiere dopo l’incontro avvenuto alla presenza del Prefetto Giorgio Zanzi. La Regione Lombardia ha anche recentemente istituito una Commissione speciale per i rapporti con il Ticino e i Grigioni, alla cui guida c’è la varesina Francesca Brianza. Proprio la Brianza alla RSI, prima di sapere della decisione dell’azienda, aveva dichiarato che il cantiere «è considerato una delle opere prioritarie, non possiamo permetterci ulteriori rallentamenti. Nel giro di qualche settimana la situazione verrà risolta e i lavori riprenderanno».
Anche l’assessore regionale alle infrastrutture e trasporti, Maurizio del Tenno, aveva annunciato una possibile soluzione da discutere con le imprese. Una soluzione concordata con Governo e commissario Expo. Non aveva aggiunto altro, ma a questo punto l’azienda sembra determinata a concludere il cantiere. Si avverano così i peggiori timori dei sindacati che giovedì avevano bloccato per protesta la strada di accesso alla dogana di Gaggiolo.
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