L’appello: “Il Comune non smantelli le piste ciclopedonali”

Costituito un comitato di cittadini per la sicurezza ciclopedonale. "Hanno cancellato la pista di viale Belforte e dimezzato quella di Viale Aguggiari"

«Non smantellate le due piste ciclopedonali presenti in città. Nell’anno dei Mondiali di ciclismo bisogna mandare un messaggio chiaro ai cittadini su un sistema di mobilità alternativo, altrimenti i proclami di “Varese land of tourism” e “Varese città giardino” non saranno credibili. Noi chiediamo la proclamazione di "Varese città della bicicletta"». L’appello è stato lanciato dal Comitato per la sicurezza ciclopedonale, appena costituito, ma già forte di un centinaio di aderenti, tra cui l’associazione “Ciclocittà” e Legambiente,  e con un pool di esperti a dare manforte. (l’appello puo’ essere sottoscritto scrivendo a vareseciclopedonale@gmail.com ).

Tra gli esperti: Gino Pastore (consulente in tema di trasporti), Carlo Lissoni (urbanista), Luigi Gronchi (Architetto), Rossana Chiodi (presidente di Ciclocittà), Alberto Minazzi (Legambiente), Francesca Rigano (avvocato) e Adriano Albinati (coordinatore).

Il comitato è nato su iniziativa di un gruppo di cittadini di viale Aguggiari che giorno dopo giorno stanno assistendo allo smantellamento della pista ciclabile che attraversa il loro quartiere.  « È stata dimezzata– spiega il presidente Mauro Segato – dopo che è stata cancellata quella di viale Belforte. Il nostro comitato non è costituito solo da amanti della bicicletta ma anche da molti automobilisti che ogni giorno perdono moltissimo tempo in coda per poter attraversare il centro della città. Se avessero a disposizione un circuito ciclopedonale  userebbero volentieri la bicicletta. Con questa iniziativa vogliamo stabilire un  percorso di dialogo con la pubblica amministrazione comunale perché si facciano scelte di coraggio per una città più vivibile, meno congestionata e inquinata».

Il 15 maggio scorso, sull’argomento, il consigliere comunale del Partito Democratico Umberto Zito ha presentato un’interrogazione scritta.

I promotori sottolineano anche il bisogno di sicurezza dei pedoni e dei ciclisti i cui spazi in città sono sempre più risicati: “«eri mattina – racconta Dissoni – sono stato investito al piantone di Viale Aguggiari una macchina usciva da via del Cairo e non mi ha visto. Gli automobilisti non sono più abituati a vedere i ciclisti».

Per fortuna, l’incidente non ha avuto conseguenze gravi. Il dialogo con il comune per migliorare  la situazione viabilistica è già iniziato, ma, secondo Ferrari (consigliere di Ciclocittà), le iniziative meritorie dell’assessorato ai Servi sociali sono fatti sporadici che non hanno una vera strategia alle spalle. «Varese si comporta in modo contraddittorio – dice il consigliere di ciclocittà – da una parte Binelli dice che la bicicletta non  è un mezzo adatto a questa città, dall’altra stanzia un finanziamento di 20 mila euro per le biciclette elettriche che sta per essere esaurito. L’assessore Patrizia Tomassini, invece, ha fatto due belle iniziative, pedibus e bicibus, ma il lento  miglioramento del traffico è un fatto episodico che non ha dietro consapevolezza».

A Varese, dunque, mancherebbero sia una strategia rispetto alla mobilità alternativa si un interlocutore adatto. “ A chi ci rivolgiamo? Con chi dobbiamo discutere? » dice Gronchi. «Non esiste un interlocutore ben definito. Dovrebbero istituire, come hanno fatto altre città,  un’agenzia della mobilità».

«È necessario–  conclude Albinati –  costruire in questa città un modello alternativo alla cultura dell’automobile. Se non lo facciamo nell’anno dei Mondiali di ciclismo, quando lo faremo?».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 06 Giugno 2008
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