Clandestino sì, ma con certificato: “E’ vittima di faida”
Albanese irregolare presenta una carta del sindaco del villaggio: lo braccano. Richiesta di asilo politico
«Il nostro concittadino è vittima di una faida e se torna casa lo ammazzano». Non è un certificato medico ma una carta ufficiale del municipio di Kruje, nel nord dell’Albania, quella che un clandestino di 24 anni, Luan K., ha avuto dal sindaco del suo paese. Il ragazzo è stato arrestato sabato dai carabinieri a Varese, ma la sua situazione farà discutere: il certificato che ha presentato in tribunale, davanti al giudice Angela Minerva, è una vera rarità e fa riferimento a una presunta persecuzione di cui sarebbe oggetto a Bushnesh, suo villaggio natale. In pratica, il giovane si dice vittima di faida, ma non una scaramuccia qualunque, bensì una pratica che ha un nome e un cognome, il “kanun”, un codice consuetudinario molto antico che regola anche le “vendette di sangue”. Il giovane è ufficialmente immacolato, o almeno così ha sostenuto in aula, ma la famiglia di un clan rivale lo accusa di aver ammazzato a fucilare un loro parente nel
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