Lumastro: «Ci indigniamo contro chi non investe in sicurezza nel settoe della macellazione»
Il segretario della Flai-Cgil di Varese dipinge un quadro non positivo del settore della macellazione dopo l'incidente di Oggiona
Riceviamo e pubblichiamo le parole del segretario della Federazione lavoratori Agroindustria Flai-Cgil di Varese Domenico Lumastro in merito all’incidente sul lavoro mortale di Oggiona Santo Stefanpo di oggi mercoledì 18 giugno.
Di fronte all’ennesimo incidente mortale che spezza tragicamente la vita un giovane operaio di 24 anni. Le parole non bastano più . Siamo stanchi di ascoltare parole e denunce ad ogni evento e poi non succede nulla. Occorre capire bene contro chi e contro cosa dobbiamo indignarci e reagire.
In attesa che la magistratura determini le responsabilità di questo ennesimo incedente sul lavoro noi ci indigniamo contro tutti quegli imprenditori e politici che chiedono l’abbattimento del costo del lavoro a partire dai costi relativi alla sicurezza sui posti di lavoro. E’ evidente che se le imprese continuano a considerare la sicurezza un costo, la vita di molti lavoratori continuerà ad essere a rischio.
E’ tempo di attivare in modo efficace una battaglia congiunta per contribuire a fermare la catena di infortuni .
Dalle prime risultanze il giovane era socio dipendente di una cooperativa che aveva un appalto alla RAMA CARNI SRL.
Il fenomeno dell’appalto di fasi lavorative o l’affittito di fasi e reparti non è ovviamente circoscritto alla sola Rama Carni ed anzi nel comparto della macellazione è una realtà purtroppo che si sta sviluppando a macchia d’olio. Lo strumento attraverso il quale la regola si applica sono le innumerevoli cooperative di soci lavoratori, pseudo imprese diffuse nelle aziende del settore. A queste cooperative è consentito pagare meno i propri lavoratori e gli è consentito garantire meno diritti e minori coperture contributive ed assicurative. Quindi accade che nello stesso stabilimento, come ad esempio in Rama Carni, vi sia la contemporanea presenza dell’azienda madre, e lavoratori soci delle cooperative in appalto. E’ proprio tutto ciò perfettamente legale? Non è questo un modello organizzativo dannoso e pericoloso per tutto il comparto con risvolti negativi, oltre che per i lavoratori, per la stessa concorrenza fra le imprese?
Pertanto come Flai-Cgil riteniamo fondamentale presentare all’attenzione della Direzione Provinciale del Lavoro e degli Enti ispettivi e di controllo questo tema delicato della pratica della terziarizzazione di attività produttive e degli appalti del comparto. Il lavoro è un diritto, fonte di vita e di progresso e per questo si deve intensificare la battaglia sindacale per affermare la necessità che si deve lavorare in sicurezza. Bisogna investire in prevenzione, potenziare la formazione e l’addestramento professionale, estendere una vera cultura della sicurezza e chiudere quelle aziende che non garantiscono la sicurezza dei lavoratori”.
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